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CRIF, Open Banking, nel primo semestre del 2025 il 57,4 % delle connessioni ai conti correnti va a buon fine, in crescita di 8 punti rispetto al 2024

Antonio Deledda, Executive Director di CRIF: "L’implementazione dell’Open Banking in Italia sta affrontando diverse sfide che riassumiamo nell’adozione di procedure digitali per supportare i nuovi utenti e quelli futuri, così come nel promuovere la crescita nell’educazione finanziaria"

14 Ottobre 2025

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Nel primo semestre 2025 crescono le volte in cui gli utenti di Open Banking in Italia collegano con successo un conto corrente, con un aumento di 8 punti percentuali rispetto ai primi 6 mesi del 2024, arrivando a una quota del 57,4% nel tasso di successo della procedura di Access to Account.
Questo uno dei dati principali che emerge dall’ultimo Market Outlook realizzato da CRIF sull’Open Banking in Italiache approfondisce le peculiarità del settore nel nostro Paese, analizzando il profilo e le caratteristiche degli utenti, i loro bisogni, attitudini creditizie e abitudini di pagamento. Il campione rappresentativo alla base dello studio è di circa 286.000 controparti e quasi 436.000 conti correnti, con circa 136 milioni di transazioni, estratto dai servizi di account aggregation di CRIF che sin dal 2019 opera con AISP (Account Information Service Provider) al fianco dei player finanziari nazionali e internazionali.
Il fenomeno dell’Open Banking continua a crescere in Italia, anche se non ai ritmi sostenuti di altri mercatiinternazionali. Anche nel primo semestre di quest’anno risulta in crescita la percentuale di connessioni con successo a un conto corrente da parte di chi utilizza questa tipologia di servizi. Questo incremento è dovuto a diversi fattori, tra i quali i miglioramenti tecnici apportati ai processi digitali e soprattutto una maggiore fiducia e conoscenza dei clienti finali in tutte le fasi della procedura. Dall’analisi del nostro market outlook sulle caratteristiche e peculiarità degli utenti digitali italiani, registriamo inoltre che i «New To Credit», coloro che non hanno già avuto in precedenza accesso a finanziamenti, sono molto più propensi a fornire l’accesso al proprio dato di conto correntecommenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF.

 Le caratteristiche degli italiani che utilizzano l’Open Banking

Nel primo semestre dell’anno la clientela «New To Credit» ha fatto registrare un aumento del 27% rispetto al pari periodo 2024 nel tasso di successo della connessione di un conto corrente. Il fatto che i soggetti che non hanno avuto accesso in precedenza al credito tramite metodi di valutazione tradizionale siano ora più propensi a fornire l’accesso al proprio dato di conto è confermato da un tasso di successo più che doppio rispetto a quello della clientela «Active To Credit».In termini di distribuzione, la crescente diffusione di nuove forme di finanziamento, come il BNPL, ha inciso sulla riduzione della quota di utenti Open Banking che sono “New to Credit” (10,4%) a favore degli Active to Credit (che rappresentano nel primo semestre 2025 l’89,6%, con una crescita della quota percentuale di 2,4 punti rispetto ai primi 6 mesi del 2024).Analizzando la distribuzione per generazioni degli utenti italiani che hanno connesso con successo un proprio conto corrente, nel primo semestre 2025 si nota un aumento dei soggetti più giovani appartenenti alla «Generazione Z»(+3,2 punti percentuali) rispetto al pari periodo dell’anno precedente. Segno leggermente positivo anche per i «Baby Boomers» (+0,3 punti percentuali) mentre calano le quote percentuali delle altre fasce d’età.

In relazione alla distribuzione del reddito percepito dai soggetti che hanno connesso il proprio conto, nel primo semestre 2025 si confermano le evidenze emerse nel pari periodo dell’anno precedente. La differenza maggiore si rileva nella fascia di reddito maggiore (>2.500€), che vede diminuire la quota di utenti di quasi 4 p.p. Parallelamente aumentano leggermente le persone con fasce di reddito inferiori, in particolare quelle di 1.000-1.500€ e1.500€-2.000€, segnando rispettivamente un +1,1 e +2 punti percentuali. Questo può collegarsi anche all’aumento, visto in precedenza, di persone di età più giovane che aderiscono a servizi di Open Banking, in coerenza con la maggiore competenza tecnologica.

Nei primi 6 mesi del 2025, analizzando la rischiosità creditizia con il Credit Bureau Score Perform di CRIF, emerge una maggiore concentrazione di clienti che hanno connesso il proprio conto nell’area di rischio basso (da 38,7% a 40%) e una contestuale minor concentrazione in quella di rischio medio. Inoltre, i soggetti che hanno collegato un conto significativo (principale) risultano essere meno rischiosi rispetto a coloro che danno l’accesso a un conto secondario. In particolare, il Bad Rate medio osservato sui soggetti che collegano un conto secondario è superiore dell’80% rispetto a quello osservato sui soggetti che connettono il proprio conto principale.

Limplementazione dellOpen Banking in Italia sta affrontando diverse sfide che, ad oggi, possiamo riassumere nell’adozione di procedure digitali snelle per supportare i nuovi utenti e quelli futuri, così come nel promuovere la crescita nelleducazione finanziaria dei consumatori e la loro conoscenza verso i benefici della condivisione delle proprie informazioni. Queste sfide rappresentano anche l’opportunità per gli operatori di creare un ecosistema finanziario più sicuro, trasparente e competitivo che, grazie anche all’intelligenza artificiale, risponda efficacemente aibisogni di clienti finali sempre più digitalizzati ed esigenti, non dimenticando che il mercato è in continua evoluzione, sia in termini normativi che tecnologici, spiega Antonio Deledda, Executive Director di CRIF

 

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