Banco BPM punta ad acquisire il 32% di Banca di Asti. L'AD Roberto Castagna in pole per aumentare la partecipazione nell'istituto piemontese. Piazza Meda detiene il 9,9% già dal lontano 2024. Così facendo arriverebbe ad ottenere una quota del 42%. Inoltre, per Banco BPM si potrebbero aprire nuovi scenari, visto che l'istituto milanese sarebbe interessato in Banco Desio e Banca Popolare di Puglia e Basilicata, che con Asti condividono la distribuzione dei prodotti Anima.
Banco Bpm punta ad acquisire il 32% di Banca di Asti per arrivare al 42%, l’AD Castagna in pole per aumentare la partecipazione
Banco Bpm apre nuovi possibili orizzonti sullo scenario bancario. A finire nel mirino di Piazza Meda è la Banca di Asti, di cui l’ex popolare milanese detiene già il 9,9% dal lontano 2004. La porta d'ingresso per salire e garantirsi una quota di controllo sarebbe quella della Fondazione Cr Asti, che ad aprile ha dato mandato ad Equita per valorizzare il suo 31,8% nell’istituto piemontese e che il protocollo Acri-Mef le impone di ridurre: la quota varrebbe circa 174 milioni di euro, l’80% del patrimonio (circa 174 milioni di euro). I limiti imposti dal protocollo Acri-Mef infatti vietano di concentrare più di un terzo del patrimonio nella conferitaria.
Inoltre, Banco BPM avrebbe manifestato interesse per Banco Desio e Banca Popolare di Puglia e Basilicata, che con Asti condividono la distribuzione dei prodotti Anima. Tuttavia, per quanto riguarda la prima l'operazione potrebbe essere poco plausibile in quanto Banco Desio opera già in aree nella quale Piazza Meda è già fortemente presente.
La banca piemontese conta tra i suoi altri azionisti Fondazione Cassa di Risparmio di Biella (12,91%), Fondazione Crt (6%, legata da un patto parasociale a FCrAsti), Fondazione Cassa di Vercelli (4,2%) mentre il restante 35% del capitale è in mano a piccoli investitori e risparmiatori privati, per lo più clienti dell’istituto.
Banca di Asti nel primo semestre ha registrato 38,7 milioni di euro di utile netto (8,5 milioni a giugno 2024) e un attivo di 12,7 miliardi anche se la redditività, salita al 7%, resta bassa rispetto alla media nazionale del 13%.