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Design Economy 2025, l’Italia guida l’Europa con €6,3 mld di fatturato; focus su innovazione e sostenibilità per restare competitiva

Milano conferma il suo ruolo di capitale del design italiano, con il 18,6% del valore aggiunto e il 13,3% degli addetti; innovazione, intelligenza artificiale e sostenibilità sono le chiavi per affrontare la crescente competitività internazionale

02 Aprile 2025

Design Economy 2025, l’Italia guida l’Europa con €6,3 mld di fatturato; focus su innovazione e sostenibilità per restare competitiva

Fondazione Symbola, Deloitte Private, POLI.design, ADI Associazione per il Disegno Industriale, in collaborazione con Comieco, AlmaLaurea e CUID, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, hanno presentato il rapporto "Design Economy 2025". L'obiettivo è accrescere la consapevolezza del valore del design per la competitività del sistema produttivo nazionale.

L'evento, tenutosi presso l'ADI Design Museum di Milano, ha visto la partecipazione di numerosi esperti del settore tra cui Domenico Sturabotti (Fondazione Symbola), Cabirio Cautela (POLI.design), Ermete Realacci (Fondazione Symbola), Ernesto Lanzillo (Deloitte Private Italia), Luciano Galimberti (ADI) e Francesco Zurlo (Politecnico di Milano).

Le dichiarazioni di Ermete Realacci e Ernesto Lanzillo

La leadership italiana nel design – dichiara Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola - conferma il suo ruolo importante come infrastruttura immateriale del made in Italy, come dimostra il Salone del Mobile di Milano, e protagonista nella sfida della sostenibilità. Nel pieno di una transizione verde e digitale il design è chiamato nuovamente a dare forma, senso e bellezza al futuro. Il design è strategico anche per sviluppare una nuova generazione di prodotti che nel segno della bellezza rispondano ai dettami dell’economia circolare: efficienza, minore impiego di materia ed energia, riciclabilità, riutilizzabilità. Anche per questo il 91,7% si dichiara attento ai temi della sostenibilità. Perché come è scritto sul Manifesto di Assisi ‘affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro’”.

L'Italia si conferma il fulcro del design europeo mantenendosi al primo posto del podio in UE, in termini di fatturato e addetti del comparto” – commenta Ernesto Lanzillo, partner e leader di Deloitte Private in Italia. “Oltre all’aspetto dimensionale micro/piccolo degli operatori, il nostro paese si distingue per la creatività e la capacità di innovazione del design made in Italy, che emergono quali fattori essenziali per la competitività attuale e futura di tutti i settori industriali. Specialmente in un'epoca di trasformazioni radicali come questa, il design può fungere da ponte fra la tecnologia, i prodotti e i servizi, ma anche fra la sostenibilità, la salute e il benessere delle persone.

Nell’edizione di quest’anno del rapporto, abbiamo dunque voluto dedicare un’attenzione particolare all’importanza del design nel settore healthcare che, per quanto ancora frenato da barriere normative e culturali, presenta notevoli potenzialità e opportunità di sviluppo. il rapporto invita a guardare al futuro con consapevolezza e visione strategica, valorizzando il design non solo come strumento di cambiamento e innovazione, ma anche come miglioramento concreto nella qualità della vita delle persone, che devono essere al centro della progettazione di nuovi prodotti e servizi”.

Le parole di Cabirio Cautela e Luciano Galimberti

Mentre la formazione sul design cambia e un pezzo di questa s’innesta su tradizioni produttive locale – dichiara Cabirio Cautela, presidente POLI.Design - il mercato del lavoro inizia a chiedere figure di designer iperspecializzate su ambiti dove il design manipola tecnologie e/o mette al centro dell’azione progettuale grandi sfide collettive come quella ambientale. Sono figure come quella del Prompt Designer, che possiede le competenze necessarie per dialogare con tecnologie di AI Generativa come ChatGPT o Midjourney al fine di creare nuovi concept, quello del Digital Content Strategist, profili capaci di avvolgere i contenuti in formati e visual ingaggianti per l’utente, o l’Experience Designer, maggiormente orientato a strutturare esperienze immersive a 360° collegate a prodotti fisici, digitali e in Realtà Virtuale, con particolare attenzione alla multi sensorialità, o infine il Material Designer, sperimentatore e a volte “creatore” di nuovi materiali per vecchie produzioni”.

Il rapporto fotografa con chiarezza il ruolo crescente del nostro settore nell’economia italiana – dichiara Luciano Galimberti, presidente ADI - e la centralità del progetto come motore di innovazione. Milano si conferma capitale internazionale del design, ma è l’intero sistema Paese a mostrare una vitalità diffusa, con nuove competenze, nuovi modelli formativi e un uso sempre più avanzato delle tecnologie come l’intelligenza artificiale. Per ADI, questa è la prova che il design italiano è pronto ad assumere un ruolo guida anche nel contesto globale. I dati confermano non solo il peso economico del settore, ma anche la sua funzione al servizio delle grandi trasformazioni: ambientale, digitale, sociale”.

L'Italia leader in Europa per fatturato e occupazione

Il design italiano si conferma leader in Europa con un fatturato di 6,3 miliardi di euro, pari al 19,8% del totale UE, e un numero di addetti altrettanto rilevante (19,8%). Seguono la Germania, con 6 miliardi di fatturato (18,9%) e il 15,1% degli addetti, e la Francia, con 4,1 miliardi di fatturato (12,8%) e il 15,6% degli addetti. Tuttavia, mentre la Francia ha registrato una crescita occupazionale significativa (+24,2%) e la Germania un'espansione del fatturato (+15,4%), l'Italia ha rallentato con una crescita più contenuta (+4,6% in fatturato e +5,2% in occupazione), rimanendo poco sotto la media UE (+5,5% e +5,4%).

Dimensioni delle imprese e produttività

In termini di numero di imprese, l'Italia è seconda in Europa con il 16,4%, dietro alla Francia (21%), ma ha subito una contrazione (-1,9%), mentre Germania e Francia sono in crescita (+3,2% e +5,7%). Per efficienza, l'Italia è superata dalla Spagna, che registra il più alto fatturato medio per addetto in Europa (148.645 euro), ben superiore alla media UE (90.355 euro) e a quella italiana (90.658 euro). Le aziende italiane sono mediamente più piccole (1,5 addetti per impresa), mentre la Germania (2,0) e la Spagna (2,4) vantano strutture più grandi e produttive.

Connessione tra design e Made in Italy

L'Italia si distingue per il legame tra design e Made in Italy, con una forte presenza nei settori dell’arredo, della moda e della meccanica. Tuttavia, la rapida crescita della Francia e la maggiore produttività della Spagna rappresentano sfide competitive. L’integrazione dell’intelligenza artificiale è un fattore chiave per il futuro: l’80% delle aziende italiane di design la utilizza, con un picco dell’88,9% tra le imprese, ma Germania e Francia stanno investendo a ritmi più elevati. L'Italia dovrà puntare su innovazione e crescita dimensionale per mantenere il primato.

La distribuzione geografica del settore in Italia

Il settore del design in Italia conta 46mila operatori tra imprese, liberi professionisti e autonomi, generando un valore aggiunto di 3,2 miliardi di euro (+4%) e impiegando 63.485 persone (+0,3%). La Lombardia è il centro nevralgico del design italiano, con circa 14mila imprese (un terzo del totale) e il 32,8% del valore aggiunto. Seguono Veneto ed Emilia-Romagna. In termini di valore aggiunto, la Lombardia assorbe quasi un terzo della ricchezza nazionale del settore (1,1 miliardi di euro, +7%). Seguono Emilia-Romagna (433 milioni), Veneto (363 milioni) e Piemonte (351 milioni). Le regioni con la crescita più significativa sono Molise (+10,3%), Friuli-Venezia Giulia (+10,8%) e Marche (+11,2%).

Milano, capitale italiana del design

Milano è il cuore pulsante del design italiano, generando il 18,6% del valore aggiunto del settore (604 milioni di euro). La città ospita il Salone del Mobile e il Fuorisalone, eventi di riferimento a livello mondiale. Torino (227,4 milioni di euro) e Roma (175,3 milioni di euro) completano il podio, seguite da Bologna (112,3 milioni di euro). Tra le province emergenti, Reggio Emilia (+22,9%), Verona (+13,7%) e Venezia (+13,5%) hanno registrato le crescite più elevate dal 2019.

La crescita del design nel settore sanitario

Negli ultimi anni, il design ha trovato sempre più applicazione nel settore medicale e farmaceutico. Il 9,4% dei servizi di progettazione richiesti proviene dall’healthcare, con una previsione di crescita al 9,7% nei prossimi tre anni. Il design si sta affermando per migliorare ergonomia, funzionalità e benessere del paziente, nonché per favorire la transizione ambientale, con una crescente richiesta di eco-design (4,9%).

Design per il packaging e gli allestimenti temporanei

Il packaging rappresenta un settore chiave per il design: un terzo delle imprese e oltre il 50% dei progettisti si occupano di progettazione di packaging. La carta e i materiali a prevalenza di carta sono i più utilizzati (83,2%), seguiti dai materiali bio-based, la cui quota è prevista in forte crescita nei prossimi tre anni (dal 17,8% al 38,3%). In calo l’uso della plastica (14,9%) e dei materiali vetrosi (13,9%). L'adozione di tecnologie come il QR Code è diffusa (50,5%), mentre le soluzioni di realtà aumentata e virtuale sono in crescita (dal 6,9% al 21,7%).

L’evoluzione della formazione nel design

Nell'anno accademico 2023/2024, gli istituti che offrono corsi di design sono 97 (+2 rispetto all'anno precedente), con un totale di 371 corsi. Il numero di corsi è aumentato del 9%, mentre quello degli istituti del 2%. Tra le nuove offerte formative emergono corsi incentrati sulla sostenibilità, come “Design per l’innovazione sostenibile” (Università di Firenze) e “Product Design Sostenibile” (Accademia di Belle Arti di Perugia).

L’intelligenza artificiale nel design

L’80% degli operatori di design utilizza strumenti di intelligenza artificiale: il 35,9% in modo trasversale e il 43% per alcuni processi produttivi. La percentuale di utilizzo è più alta tra le imprese (88,9%) rispetto ai progettisti (53,5%). L’IA consente di ridurre i tempi di sviluppo (72,2%), minimizzare errori (42,5%) e supportare la creatività (38,2%). La quota di chi non utilizza l’IA è in forte calo, passando dal 21% al 6,8%.

Il design italiano, pur mantenendo il primato europeo, deve affrontare sfide legate all’efficienza produttiva, alla crescita dimensionale delle imprese e alla competizione internazionale. Innovazione, formazione e intelligenza artificiale saranno le leve strategiche per il futuro del settore.

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