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TEHA, al via la 6 edizione della community "Valore Acqua Per l'Italia", investiti €383 mld per la crescita della filiera idrica estesa

Il settore dei servizi dell’acqua è in crescita, misurata con un aumento del valore della filiera di €1,5 mld; investimenti compiuti dai gestori idrici per circa €7,1 mld, cifra che nel 2024 e nel Blue Book 2025 sale a €7,3 mld

19 Marzo 2025

TEHA, al via la 6 edizione della community "Valore Acqua Per l'Italia", investiti €383 mld per la crescita della filiera idrica estesa

Tra imprese, agricoltura e settore energetico, la filiera estesa dell’acqua ha un peso sempre più rilevante per l’economia italiana: dalle risorse idriche dipende il 20% del PIL italiano, un valore che ha superato i 383 miliardi di euro. I dati emergono dalla sesta edizione della Community “Valore Acqua per l’Italia” di TEHA (The European House - Ambrosetti), sono stati presentati nel Blue Book 2025 realizzato da Fondazione Utilitatis con il supporto di Utilitalia, che documenta tutti i dati relativi al servizio idrico integrato, e il Libro Bianco 2025 “Valore Acqua per l’Italia” di TEHA con un focus specifico sul ciclo esteso che interessa le componenti infrastrutturali, assicurative e tecnologiche, manifatturiere, nonché l’ambito agricolo ed energetico. Il settore dei servizi dell’acqua è in crescita, misurata con un aumento del valore della filiera di 1,5 miliardi di euro all’anno. Per quanto riguarda gli investimenti compiuti dai gestori idrici, nel 2024 e nel 2023 sono stati realizzati investimenti per circa 7,1 miliardi di euro, cifra che nel 2024 e nel Blue Book 2025 sale a 7,3 miliardi e si considera un ulteriore incremento per il biennio 2024-2025.

Dichiarazioni

“I grandi utilizzatori d’acqua in Italia” – ha commentato Valerio De Molli, managing partner e CEO di TEHA con la delega alle 43 aziende aderenti alla Community Valore Acqua per l’Italia – “non possono non considerare il tema idrico una priorità, dal momento che il settore agricolo italiano contribuisce al PIL con 287,7 miliardi di euro, impiegando 3,5 milioni di lavoratori in circa 330.000 imprese. Infine, il settore energetico conta 10 mila imprese, generando un valore aggiunto di 25,3 miliardi di euro e dando lavoro a oltre 100 mila persone.”

“Per quanto riguarda il comparto del servizio idrico integrato” – ha aggiunto Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia“il fatturato complessivo ammonta a 8,9 miliardi, con quasi 30 mila addetti impiegati. Si tratta di un settore strategico non solo dal punto di vista della qualità della vita dei cittadini e della sostenibilità, ma anche sul fronte economico ed occupazionale. Gli investimenti nel settore idrico sono cresciuti in maniera considerevole negli ultimi dieci anni, con una crescita del 99% dal 2012, anno di avvio della regolazione da parte dell’Arera, e con un’incidenza media del 37% dei fondi pubblici e contributi. Guardando l’orizzonte temporale del PNRR, un sostegno della finanza pubblica sarà fondamentale per affrontare le sfide future che il comparto dovrà affrontare.”

Investimenti dei gestori

Come emerge infatti dal Blue Book 2025 di Fondazione Utilitatis, gli investimenti realizzati dai gestori industriali sono passati dai 33 euro annui per abitante del 2012 ai 65 euro del 2023, con una crescita stimata fino a 72 euro annui nel 2024 e fino a 80 euro nel 2025, anche per effetto dei progetti legati all’attuazione del PNRR. La capacità di investimento cresce con la dimensione degli operatori: i gestori con fatturato inferiore a 25 milioni di euro investono in media 44 euro per abitante, mentre quelli di maggiori dimensioni superano i 68 euro per abitante. Le gestioni in capo agli enti locali (TIN) investono, invece, continuano a registrare valori di investimento più bassi (29 euro per abitante in economia).
Per quanto riguarda le tariffe, nel 2024 la spesa media annuale per il servizio idrico è stata di 384 euro, per un’utenza di tre persone con consumo di 150 metri cubi: rispetto all’anno precedente si registra un incremento del 5% circa rispetto all’anno precedente, le tariffe italiane rimangono tra le più basse d’Europa.

Investimenti in Italia

Oggi in Italia il 16,1% degli investimenti dei gestori industriali nel settore idrico è destinato a tecnologie per l’innovazione e la circolarità (fonte Global Water Intelligence). Secondo i dati del Libro Bianco di Valore Acqua per l’Italia di TEHA del 2025, entro il 2029, la quota di investimenti in tecnologie in Italia è prevista in aumento fino a raggiungere il 19%, un tasso di crescita che in volumi è superiore alla media UE a 27 Paesi. Gli investimenti sono orientati in particolare verso il riuso e riciclo delle acque reflue (31,7%) e la digitalizzazione per la riduzione delle perdite (20,5%).

“L’Italia” – ha aggiunto Benedetta Brioschi, partner TEHA“deve affrontare con urgenza e decisione il tema delle infrastrutture idriche. Con un’età media di 58 anni per i grandi invasi e una rete idrica in cui il 22% delle condotte ha oltre mezzo secolo, il rischio di inefficienze è significativo: ai ritmi attuali servirebbero 250 anni per rinnovare l’intera rete: investire in digitalizzazione e circolarità significa garantire sicurezza idrica, sostenibilità e sviluppo economico per il Paese.”

La sesta edizione 2024/2025 della Community Valore Acqua per l’Italia ha visto il nuovo attori chiave della filiera idrica italiana (Aquanexa, Acque del Sud, Amap, Beca Technologies, Brianzacque, Iren, Intred, etc.), consolidando la Community come la più rappresentativa in Italia raccogliendo realtà industriali, enti di ricerca e istituzioni.

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