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Amco, ristrutturato l'attivo; avviato il progetto Mambo che mette sotto la lente circa mezzo miliardo di euro

Munari inizia una nuova strategia; al vaglio la cessione, il cambio di servicer o l'internalizzazione del recupero; obiettivo snellire la società con masse in gestione in calo a 32,3 miliardi entro il 2026

03 Ottobre 2024

Amco, ristrutturato l'attivo; avviato il progetto Mambo che mette sotto la lente circa mezzo miliardo di euro

La strategia di Andrea Munari, CEO di Amco, sta entrando in una fase determinante. L'ex dirigente di Intesa Sanpaolo e BNL è impegnato in diverse iniziative mirate a ristrutturare l'attivo della società, con un'attenzione particolare alla gestione dei crediti deteriorati.

Tra i progetti principali spicca "Mambo", un'iniziativa che riguarda una porzione rilevante del portafoglio crediti per un valore di circa 500 milioni di euro. Amco sta esaminando diverse soluzioni per migliorare la gestione di queste posizioni, considerando alternative come la cessione in blocco, il cambiamento del servicer o l'internalizzazione delle operazioni di recupero crediti. Le trattative con consulenti, investitori e gestori sono già in corso, ma una data precisa non è ancora stata stabilita. Ci si aspetta, però, che sviluppi significativi emergano a breve.

Il progetto Mambo è in linea con la strategia delineata da Munari e con le iniziative già intraprese. Amco, nata dalla crisi del Banco di Napoli, ha vissuto un'importante svolta nel 2017 con il salvataggio delle banche venete. Da allora, la società ha partecipato a vari interventi di salvataggio, tra cui quelli di Carige, Monte dei Paschi di Siena e Banca Popolare di Bari. Negli ultimi anni, Amco ha esteso le sue operazioni collaborando con istituti come Intesa Sanpaolo, Banco BPM e BPER. Questo espansionismo ha suscitato critiche da parte del mercato e dei concorrenti, che hanno accusato Amco di offrire condizioni più vantaggiose rispetto ai servicer privati, grazie a un accesso a finanziamenti più favorevoli. Amco ha sempre respinto con fermezza tali critiche.

Con l'ingresso di Munari al vertice, la società ha adottato un nuovo approccio. Alla fine del 2023, in seguito a un'analisi condotta con il supporto dell'advisor Oliver Wyman, Amco ha deciso di applicare criteri di valutazione più rigorosi, soprattutto per quanto riguarda i crediti non garantiti. Questa scelta ha portato a rettifiche per 523 milioni di euro nel bilancio dell'anno precedente. È stato anche rivisto il modello di loss given default, integrando fattori di mercato come l'andamento dei tassi di interesse, l'inflazione e il rallentamento del mercato immobiliare, che hanno influito sulle valutazioni del portafoglio. Nel contesto del piano strategico al 2028, Amco intende semplificare la propria struttura, riducendo le masse in gestione a 32,3 miliardi di euro entro il 2026 e a 28,5 miliardi entro il 2028. La società seguirà un modello capital-light, senza ricorrere a nuovo debito, con l'obiettivo di azzerare il debito finanziario e liberare capitale. I primi risultati di questa strategia sono già visibili nella semestrale, che ha registrato una riduzione del 7% degli asset in gestione, scesi a 33,5 miliardi. L'utile netto si è attestato a 23,2 milioni di euro, segnando una crescita del 5% rispetto ai 22,1 milioni dello stesso periodo del 2023, grazie a minori rettifiche sui crediti e alla riduzione del debito. L'EBITDA ha raggiunto 121 milioni di euro, rispetto ai 160,5 milioni del primo semestre 2023, riflettendo il calo dei ricavi dovuto alla diminuzione dei volumi on-balance.

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