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Pegaso, SAE e Naba, al via il convegno per l'“Artificial Creativity” sul ruolo dell’IA nella produzione creativa

Si andrà dalle narrazioni creative alle culture emergenti; lanciato il progetto P+ARTS per la creazione di un dottorato di ricerca interaccademico per le arti

28 Giugno 2024

Pegaso, SAE e Naba collaborano per l'“Artificial Creativity”, convegno sul ruolo dell’IA nella produzione creativa

Il 28 e 29 giugno si terrà presso il campus SAE Institute di Milano l'"Artificial Creativity: Looking at the Future of Digital Culture". Si tratta di un convegno internazionale promosso dall'Università Digitale Pegasoin collaborazione con SAE Institute NABA, che avrà come focus il ruolo dell' Intelligenza Artificiale nella creatività umana e il confronto su temi cruciali legati all'impiego delle tecnologie nelle pratiche artistiche e culturali.

Da dove nasce l'idea del progetto

La conferenza “Artificial Creativity” si inserisce all’interno di un importante progetto di ricerca inter-accademica finanziato attraverso i fondi PNRR del MUR che vede la partecipazione di NABA come ente capofila, di SAE come partner di progetto e di Università Telematica Pegaso come partner associato: “P+ARTS. Partnership for Artistic Research in Technology and Sustainability”. Il progetto è dedicato alla creazione di un ecosistema artistico italiano di eccellenza basato sull’interdisciplinarità, internazionalizzazione e ricerca. 

Inoltre, secondo una recente indagine di Goldman Sachs Research, entro il 2033 la crescita del prodotto interno lordo si aggirerà intorno al 7% grazie all’impatto positivo che l’Intelligenza Artificiale, sempre più integrata nella vita quotidiana, avrà sul sistema economico. La ricerca nell’IA sta proseguendo rapidamente, coinvolgendo sia le discipline ingegneristiche che umanistiche, ma anche quelle che riguardano l’arte, la cultura e l’autorialità.

Il programma dell'Artificial Creativity

Il programma prevede cinque panel tematici:

-Creative Narrative: Text, Hypertext and Digital Plots: esplorerà le narrazioni creative nell'era digitale.

-Artificial Imaginary: Narratives, Culture and Counterculture about AI, affronterà le narrazioni e le culture emergenti legate all'intelligenza artificiale.

-Machine and Language: Models, Interaction Issues and Learning, discuterà i modelli di linguaggio e le problematiche di interazione.

-Artificial Music: Limits, Opportunities and Perceptions, si concentrerà, invece, sulla musica artificiale e le sue implicazioni.

-New Gaze Era: Digital Images, Visual Effects and Audiovisual Products, analizzerà l'era delle immagini digitali e degli effetti visivi.

Queste le parole di Pierpaolo Limone, Rettore dell’Università Digitale Pegaso:

«Sono fermamente convinto che l'integrazione tra scienze e discipline umanistiche sia fondamentale per affrontare con successo il cambiamento, in particolare dopo l’avvento dell’Intelligenza Artificiale. L'Artificial Creativity rappresenta un’importante occasione di confronto tra esperti per riflettere su come mettere in connessione tecnologia e talento. Questi temi sono tra quelli che il Centro di Ricerca in Digital Humanities dell'Università Pegaso si impegna a sviluppare attraverso progetti innovativi che promuovono una comprensione profonda delle implicazioni sociali, culturali ed etiche delle tecnologie digitali».

Verranno inoltre presentati i risultati delle indagini condotte dal Centro di Ricerca in Digital Humanities dell'Università Digitale Pegaso, sotto la guida della prof.ssa Alessandra Micalizzi, psicologa, sociologa e dottoressa di ricerca in Comunicazione e Nuove tecnologie. Lo studio si è posto come obiettivo quello di ricostruire il percepito e le pratiche intorno all’uso dell’AI nelle produzioni creative. Il gruppo di ricerca è composto dal prof. Giuliano Cenati, dalla prof.ssa Anna Rinaldin, dalla prof.ssa Gilda Policastro, per l’area umanistica, dal prof. Leonardo Galtieri, per l’area informatica, dalla dott.ssa Teresa Savoia, pedagogista sperimentale, da Fabio Pelagalli, Course Leader dei Bienni Specialistici dell’Area Communication and Graphic Design di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti e PhD Student in Learning Sciences and Digital Technologies insieme a Sara Selmi e Gaia Turconi, da Lara Balleri e Francesco Epifani, afferenti al dottorato in Digital Humanities di Pegaso, ed infine da Federico Ambruosi, specializzando al conservatorio di Milano e alumni di SAE Institute in produzione audio.

Nella seconda giornata, la manifestazione sarà arricchita dalla presentazione di opere realizzate da artisti, visionari e studenti, frutto della sinergia tra creatività umana e intelligenza artificiale, e vedrà la partecipazione di autorevoli figure che illustreranno il processo di contaminazione tra tecnologia e arte. Tra i partecipanti saranno presenti: Giusy Caruso, docente presso l’Accademia di Anversa, Francesco D’Isa, filosofo, digital artist e docente presso LABA, Bruce Sterling, docente European Graduate School, organizzatore di Share Festival di Torino, Jasmina Tesanovic, attivista, artista, autrice e giornalista, Giorgio Vallortigara, professore ordinario dell’ Università di Trento e Lev Manovich, uno dei pensatori contemporanei più noti sul tema, in dialogo con Pierpaolo Limone, rettore dell’Università Pegaso.

In occasione verrà anche lanciato il progetto P+ARTS: è un progetto biennale dedicato alla creazione di un ecosistema artistico italiano di eccellenza basato sull’interdisciplinarità: immaginato come vettore di unificazione tra discipline e aree geografiche, questo innovativo driver di trasformazione riunisce otto enti di Alta Formazione Artistica (NABA, Nuova Accademia di Belle Arti Fondazione Accademia Teatro alla Scala, Accademia di Belle Arti di Napoli, Conservatorio di Milano, Accademia di Belle Arti di Bari, Conservatorio di Matera, IAAD, SAE Institute) e due Università Pubbliche (Politecnico di Bari e Università di Bolzano)

Infine queste le parole di Alessandra Micalizzi, professore associato in Comunicazione e Processi Culturali:

"Il nostro studio conferma che nelle narrazioni analizzate prevale una rappresentazione dell’AI umanizzata, efficiente, e a volte capace anche di provare i sentimenti: la competenza più umana tra tutte. Questo contribuisce a collocare l’AI sullo stesso piano dell’uomo e non, come è accaduto per molte altre innovazioni, come semplice tecnologia o strumento. Dal nostro punto di vista la stessa denominazione crea un bias che, come comunità scientifica, dovremmo provare a colmare".

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