14 Marzo 2024
L'amministratore delegato Andrea Orcel è apparso fiducioso di poter utilizzare il capitale in eccesso (9-10 miliardi di euro pre Basilea IV e 6-7 miliardi post Basilea IV) per fare acquisizioni, aprendo così la strada all'M&A.
"Sarei deluso di dover solo restituire il capitale in accesso agli azionisti; Sarebbe deludente se i rigidi criteri stabiliti da Unicredit per valutare potenziali acquisizioni impedissero alla banca di impiegare almeno una parte dell'ampio capitale in eccesso in questo modo. Ritengo che a un certo punto serva investire per far crescere il business e che quindi M&A al giusto prezzo sia preferibile", ha spiegato il vertice dell'Istituto nel corso della European financials conference di Morgan Stanley.
Se non si potrà usare il capitale per acquisizioni, la raccomandazione di Orcel al nuovo cda sarà che nei prossimi 3-5 anni venga restituito agli azionisti. "Ma sarei deluso se finisse così perché vorrebbe dire che non ho trovato un modo redditizio di investirlo. Alla fine sarà probabilmente una combinazione delle due cose".
Orcel ha inoltre dichiarato di essere determinato a superare i risultati del 2023 e 2024; la banca ha previsto di raggiungere nel 2024 un utile netto sostanzialmente in linea con il 2023, mentre i ricavi sono attesi a circa 22,5 miliardi e il Rote (rendimento del patrimonio netto tangibile) al 16,5% con una crescita a doppia cifra del dividendo per azione. Quanto, infine, all’internalizzazione dell'attività assicurativa unit linked, questa avverrà probabilmente nel 2025.
Unicredit ha raggiunto i livelli di capitalizzazione massimi degli ultimi anni di €55,725 mld con un prezzo di euro €32,3 per azione (ricordiamo che a cinque anni fa, il 14 marzo 2019 segnava un prezzo di €11,7, sceso ai minimi a €6,2 a maggio 2020).
Tra i target che starebbe considerando l'Istituto, si è più volte parlato in primis di un'integrazione con Banco Bpm (€8,558 mld di capitalizzazione ai prezzi di ieri) o Mps (5,123 mld di capitalizzazione), ma nel mirino potrebbe esserci anche Bper (€5,634 mld di capitalizzazione) e Banca Popolare di Sondrio (€ 3 mld di capitalizzazione). Assai più costosa l'ipotesi Generali Assicurazioni (35,193 mld), anche attraverso Mediobanca (€10,947 mld di capitalizzazione).
Nel Wealth Management / Risparmio gestito invece i possibili target sullo sfondo potrebbero essere rappresentati da Banca Generali (€4,121 mld di capitalizzazione), Azimut (3,558 mld di capitalizzazione), Banca Mediolanum (€7,403 mld di capitalizzazione) e Arca Fondi.
Nel mirino potrebbero esserci anche opzioni sul mercato estero, dove tra i vari dossier permane anche quello di Commerzbank (€16,12 mld di capitalizzazione), la cui integrazione non sarebbe estremamente facile.
In tema M&A, Orcel ha comunque specificato che "il management ha guardato a varie opzioni, c'è molto rumore, ma chi segue le speculazioni rimarrà molto deluso".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia