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Beccaria (Banca Generali): “Mercato volatile per pandemia, conflitti, inflazione, tassi, calo del Pil. Serve strategia nella gestione dei portafogli”

Beccaria: “Importanti differenziali di performance generati dalle varie asset class: forte crescita legata alle rinnovabili nel 2020-2021, ripresa dei titoli value nel 2021-2022, poi dei titoli growth legati ad intelligenza artificiale e mega-cap azionarie”

22 Novembre 2023

Mario Beccaria (Banca Generali)

In un momento di incertezza geopolitica come quello che stiamo vivendo negli ultimi mesi, le gestioni patrimoniali rappresentano un utile strumento per arginare i rischi associati alla volatilità presente nei mercati finanziari. Le gestioni patrimoniali sono infatti una valida alternativa al fai-da-te, che, in momenti di incertezza, potrebbe portare a portafogli troppo concentrati e di conseguenza troppo esposti ai movimenti di mercato.

“In generale, ci sono vari modi in cui è possibile contenere gli effetti della volatilità sui portafogli; il primo riguarda la gestione dinamica della quantità investita nell’asset rischioso, che sia ad esempio equity o spread di credito: qualora ci si aspetti una correzione dei mercati, si può ridurre la quantità di investito rischioso della linea, passando a un sottopeso di equity per le linee a benchmark o a una più sostanziale riduzione per le linee totalreturn”, illustra Mario Beccaria, Responsabile della Divisione Asset Management di Banca Generali e Consigliere di BG Fund Management Luxembourg S.A.
“Inoltre, all’interno dell’esposizione rischiosa che decidiamo di avere in portafoglio è poi possibile un’ulteriore diversificazione, prediligendo ad esempio settori difensivi, ovvero settori con beta inferiore a 1, a quelli ciclici, come ad esempio gli staples, l’healthcare o le telecomunicazioni. Tale decisione di asset allocation è a discrezione del gestore, che può decidere come meglio adattare il portafoglio alla propria view di mercato”.

Un'altra tattica che può essere utilizzata in periodi di particolare volatilità è quella di affiancare all’asset rischioso strategie di fly-to-quality, selezionandole con cautela, come ad esempio la diversificazione valutaria (JPY, CHF, USD) o geografica; a questo proposito, la Svizzera è considerata tipicamente un paese meno correlato agli asset rischiosi.

Esistono infine gestioni patrimoniali che - per costruzione - sono pressoché neutrali rispetto alla volatilità di mercato. Tipico esempio sono le strategie non-direzionali che ricadono sotto lastrategia long-short, in cui, attraverso la combinazione di posizioni long e short vengono sfruttate sia le fasi rialziste che ribassiste del mercato.
Nelle linee non direzionali il controllo della volatilità è dunque implicito nella costruzione del portafoglio, che presenta sì esposizione (long) a prodotti rischiosi, ma che, attraverso posizioni short restituisce un beta del portafoglio molto vicino allozero.

“In un contesto come quello attuale, dominato da vicende geopolitiche di grande impatto e con previsioni di un eventuale calo della crescita del PIL (atteso negli USA a +1,2 per il 2024 contro 2,3 nel 2023, e pressoché stabile nell’Eurozona a 0,7) è dunque fondamentale affidarsi a gestori esperti e capaci di cavalcare le ondate di volatilità nei mercati, creando un portafoglio diversificato e capace di resistere ai movimenti repentini dei ritorni negli investimenti”, suggerisce ancora Beccaria.

Questo, soprattutto alla luce degli ultimi anni, caratterizzati da una serie di eventi, che hanno avuto importanti conseguenze sui mercati finanziari: la pandemia, il conflitto Russia-Ucraina, la de-globalizzazione, l’aumento dell’inflazione e dei tassi di mercato.

Come conseguenza, i differenziali di performance generati dalle varie asset class sono stati importanti, sia a livello geografico che settoriale: abbiamo assistito alla forte crescita dei temi legati alle energie rinnovabili nel 2020-2021, alla ripresa dei titoli value nel 2021-2022, a cui ha fatto seguito nell’ultimo anno, la forte crescita dei titoli growth, soprattutto legati all’intelligenza artificiale e alle mega-cap azionarie.

“Il contesto di mercato è divenuto dunque più volatile, e riteniamo che dato l’attuale quadro macro, potrebbe continuare ad esserlo nel prossimo futuro. Pertanto è fondamentale delegare a gestori di esperienza la gestione dei propri risparmi e le decisioni di allocazione di portafoglio”, sottolinea ancora Beccaria.

Il comparto LUX IM ESG FLEXIBLE GLOBAL EQUITIES ha dato prova negli ultimi anni di sapere cavalcare le diverse fasi di mercato, registrando delle performance importanti (+32% circa dal 2019 ad oggi).

La filosofia gestionale segue un approccio top-down finalizzato alla gestione attiva del portafoglio, tesa ad anticipare i movimenti di mercato, con un rigoroso controllo della volatilità e del rischio.

L’esposizione azionaria del portafolio può variare tra 0% e 100% e le movimentazione del portafoglio sono in effetti molto attive: basti pensare che nelle fasi in cui il mercato ha corretto in modo importante (2020 durante il Covid e nel 2022 all’esplosione del conflitto Russia-Ucraina) l’esposizione azionaria è stata anche azzerata, per essere poi ricostruita non appena i mercati hanno iniziato il recupero, generando drawdown molto limitati con volatilità inferiori alla metà del mercato azionario europeo.

“Riteniamo che sia una soluzione di investimento molto interessante per chi non vuole avere la piena esposizione al mercato azionario, ma cerca un approccio dinamico e flessibile che generi rendimenti interessanti con un attento controllo del rischio”, conclude il top manager.

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