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Sticchi Damiani, indagato il presidente dell’Aci: "Incassati 1,59 milioni ma autocertificati 264mila euro"

Dal 2017 al 2020 Sticchi Damiani avrebbe autocertificato solo 246 mila euro l’anno

22 Agosto 2023

Sticchi Damiani, indagato il presidente dell’Aci: "Autocertificati 264mila euro l'anno dal 2017 al 2020"

Sticchi Damiani, fonte: imagoeconomica

Un anno dopo l’altro il presidente dell’Aci (pubblica), Angelo Sticchi Damiani, avrebbe mentito sul proprio stipendio, arrivando a tagliare il traguardo del milione di euro a dispetto del tetto fissato per i manager pubblici, che prevede un limite di 240 mila euro l’anno. Il 78enne manager (in carica all’Aci dal 2011) avrebbe depositato tra il 2017 e il 2020 autocertificazioni fasulle sui redditi guadagnati. L’accusa di falso in atto pubblico viene contestata ora dal pm Carlo Villani

L'inchiesta e la difesa

L’inchiesta è partita da una denuncia interna all’Aci i cui funzionari hanno assistito, nel tempo, a una sorta di escalation economica del loro presidente. Dalla lettura dei documenti emerge che in un’occasione il manager avrebbe dichiarato di guadagnare 246 mila, quando in realtà attraverso le cariche ricoperte nelle società appartenenti alla galassia Aci avrebbe intascato 1 milione e 593mila euro. Vale a dire una cifra cinque volte superiore al limite massimo consentito dalla legge. L'avvocato del presidente Aci, Roberto Eustachio Sisto,  spiega che il suo assistito «chiarirà all'Autorità giudiziaria in tempi rapidissimi l'insussistenza di ogni addebito»: «Peraltro - continua il legale - gli stessi identici contestati dal predetto avviso (definito dal legale "mero avviso di conclusione delle indagini preliminari", ndr) sono già stati oggetto di una recentissima archiviazione dal parte del Gip dello stesso Tribunale di Roma, su richiesta della stessa Procura territoriale, per infondatezza della notizia di reato, anche in virtù della corretta presentazione, con annessa pubblicazione, della dichiarazione recante tutte le fondi di reddito: sicché la duplicazione dell'addebito, in presenza di tale decisione di proscioglimento, risulta allo stato inspiegabile»

Il caso

Il caso Sticchi Damiani esplode mentre si torna a parlare del tetto massimo agli stipendi pubblici e dell’opportunità di esonerare da questo vincolo quei dirigenti impegnati nella progettazione del ponte sullo stretto di Messina. Ma bisogna ricordare che Sticchi Damiani, nel 2023, si è classificato al secondo posto come paperone dei manager pubblici italiani grazie a un reddito dichiarato di circa due milioni, guadagnati anche attraverso impegni nel settore privato.

"Autocertificazioni taroccate"

Ed ecco la ricostruzione che ha spinto la Procura a ritenere taroccate le autocertificazioni depositate alla segreteria dell’Aci a partire dal 2017. Quell’anno il manager dichiara un guadagno di circa 246mila euro, composto da 125 mila euro in qualità di presidente Aci, 120mila in quanto presidente di Aci informatica e infine poco più di mille euro come consigliere nazionale del Coni, federazione di cui fa parte l’Aci. La versione di Sticchi Damiani, tuttavia, divergerebbe dalla realtà ricostruita dai magistrati perché il manager come presidente Aci avrebbe ricevuto circa 231mila euro. Vale a dire ben 106mila euro in più di quanto dichiarato. Si arriva così al totale di circa 353 mila euro.

655mila euro

Ma secondo gli investigatori il vero guadagno del manager nel 2017 sarebbe stato di 665mila euro. A questa cifra la Procura arriva sommando gli introiti di Sticchi Damiani come presidente del cda di Sara Assicurazioni che gli ha garantito 96 mila euro e di Sara Vita che gli ha permesso di incassare 216mila euro. Queste due cariche il manager non le ha segnalate, secondo l’accusa, e l’omissione sarebbe stata cruciale nel conto finale perché Sara Assicurazioni è partecipata all’80% da Aci, dunque sottoposta alla normativa sugli introiti dei manager pubblici. Con la conseguenza che quanto percepito avrebbe dovuto essere certificato.

Gli altri guadagni

Analogo escamotage sarebbe stato intrapreso l’anno successivo, nel 2018, quando il manager dichiara di nuovo 246 mila euro a fronte del milione circa guadagnato sommando gli introiti relativi ai diversi incarichi. Ancora: c’è il 2019 dove Sticchi Damiani continua a dichiarare 246 mila euro, mentre i guadagni ricostruiti dall’accusa schizzano a un milione e 590mila euro. Infine c’è il 2020: pure in questo caso il manager incassa un milione e 320 mila euro, mentre dichiara i soliti 246 mila. Ora, conclusi gli approfondimenti investigativi, il presidente dell’Aci ha a disposizione venti giorni per esporre le proprie ragioni ai magistrati.

Di Giulio De Santis e Ilaria Sacchettoni.

Fonte: Il Corriere

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