20 Luglio 2023
Bain & Company ha pubblicato il Private Equity Midyear Report 2023 che lascia emergere i seguenti punti: dopo quattro trimestri di relativa inattività, gli investitori hanno ampi incentivi a rimettersi in gioco. Con una cifra record di 3.700 miliardi di dollari di liquidità e con i fondi di buyout che hanno ancora 2.800 miliardi di dollari in asset ancora in portafoglio, i limited partner (LP) stanno sperimentando una crisi di liquidità.
Il principale obiettivo del settore sarà quello di far ripartire il volano del fund raising, restituendo i capitali ai LP attraverso exit, operazioni sul mercato secondario, ricapitalizzazioni o altre soluzioni per incrementare la liquidità.
“Adottare un approccio attendista quando il mercato è in contrazione non è mai stata una strategia particolarmente efficace nel private equity”, spiega Roberto Fiorello, responsabile italiano Private Equity di Bain & Company. “L’esperienza passata dimostra come, per far sì che l’attività di dealmaking si riprenda e prosegua, acquirenti e venditori abbiano bisogno di un contesto economico ragionevolmente stabile, non necessariamente attraente. Sebbene gli investitori abbiano bisogno di fiducia nelle prospettive di medio termine di un settore o di un'azienda, sta finalmente emergendo un quadro più chiaro. Auspicabilmente, il mercato globale del private equity si sta stabilizzando, così come quello italiano".
Le preoccupazioni per livelli di liquidità troppo elevati sembrano ingiustificati oggi: il ”dry powder” si attesta stabilmente sui 3.700 miliardi di dollari in tutte le strategie di asset class private. Circa il 75% di questa disponibilità è ancora “nuova”, ovvero in un periodo di investimento inferiore ai tre anni. Se il contesto è sfidante per chiudere operazioni in questa fase, in particolare quelle grandi, le condizioni sui prestiti delle banche commerciali stanno diventando meno vantaggiose e di conseguenza il private credit più interessante.
I fondi di buyout da soli vantano una cifra record di asset ancora in portafoglio per 2.800 miliardi di dollari, oltre 4 volte il livello detenuto durante la crisi finanziaria globale. Mentre gli investimenti sono diminuiti, le exit si sono contratte più bruscamente durante la prima metà dell’anno, con il valore delle exit annualizzate per il 2023 in calo del 54% rispetto al 2022, e i volumi di exit in contrazione del 30%. Per i LP a corto di liquidità, il distributed to paid-in capital (DPI) sta diventando un criterio cruciale, come un tempo lo era il tasso interno di rendimento (IRR).
“Il contesto macroeconomico”, prosegue Fiorello “si è evoluto in modo significativo negli ultimi 12 mesi, alterando in gran parte la ratio dietro alcune scelte di investimento. Per gli investitori, la decisione di vendere o tenere un asset potrebbe ridursi a un paio di domande: le condizioni di exit saranno significativamente diverse nei prossimi mesi? E generare il rendimento previsto richiede una revisione del piano di creazione di valore, che tenga conto di tutto ciò che è cambiato sul fronte macro? In ogni caso, gli operatori che avranno successo non saranno quelli che adotteranno un approccio attendista, piuttosto quelli che agiranno in modo lungimirante”.
Il Private Equity Midyear Report 2023 di Bain & Company analizza in modo approfondito la performance dell’industria nel primo semestre dell’anno:
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