08 Marzo 2023
Meno di dieci anni fa Lego si è guadagnata il primo posto sul podio nel mondo dei giocattoli e ha aumentato poi il divario con gli altri colossi dei giocattoli come Mattel, il creatore delle Barbie, e Hasbro, l'ideatore del Monopoli. Oggi il produttore dei mattoncini genera quasi il doppio dei ricavi della Mattel, nonostante i venti contrari della pandemia, la recente crisi della catena di approvvigionamento e l'impennata dell'inflazione. Lo dicono i risultati: nel 2022 Lego ha registrato un aumento delle vendite del 17% sul '21 con 64,6 miliardi di corone danesi (9,27 miliardi di dollari), mentre l'utile netto è salito del 4% a 13,8 miliardi di corone.
Una crescita resa possibile dagli investimenti nei nuovi prodotti e negozi, nell'e-commerce e nell'engagement digitale, secondo il ceo Niels Christiansen, che hanno permesso di superare le turbolenze economiche legate allo scoppio della guerra in Ucraina e i segnali di recessione. «In un anno segnato da numerose sfide», spiega, «abbiamo registrato un segno più nell'ultima riga di bilancio e abbiamo raggiunto più bambini di quelli raggiunti in tutta la storia del marchio Lego».
Il crescente divario tra Lego e i suoi competitor è stato determinato da scommesse vincenti in nuovi mercati come la Cina, nelle nuove generazioni, con l'aiuto di film e videogiochi popolari e facendo leva sul fascino di grandi franchise come Star Wars, con il lancio di set a tema.
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