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LU-VE, acquisizioni da € 90 mln. L'AD Liberali: "Il piano a tre anni prevede 20 milioni di fatturato"

Il ceo Matteo Liberali: «La Borsa? Un volano formidabile. All’estero ci apprezzano per l’innovazione»

16 Gennaio 2023

LU-VE, acquisizioni da € 90 mln. L'AD Liberali: "Il piano a tre anni prevede 20 milioni di fatturato"

In sette anni ha triplicato il fatturato. Dal 2016 a oggi ha concluso cinque acquisizioni. Sta riconvertendo connuova occupazione, dopo averlo rilevatoo, uno stabilimento ex Zanussi-Electrolux, in Veneto, che era fallito. La Lu-Ve di Uboldo, Varese, produce gli scambiatori di calore: si usano sia per l’aria condizionata che per il riscaldamento, a partire dalle pompe di calore previste in gran crescita per la sostituzione delle caldaie a gas.

Ha rifornito gli impianti di innevamento artificiale per le Olimpiadi invernali di Pechino, l’aeroporto di Gedda, la sala di controllo del canale di Panama. E il Bolshoi, l’Eliseo, la Casa Bianca del Cremlino. Ora sta la- vorando per raddoppia- re la produzione negli Usa, dove cerca un’azienda da acquisire, e in Cina.

Lu-Ve («lucky venture») è un esempio di multinazionale innovativa del made in Italy (fa parte dei Champions de L’Economia del Cor- riere). «Siamo qui per durare, siamo fra quelli che comprano», dice Matteo Liberali, 54 anni, amministratore delegato e figlio del fondatore Iginio, morto a dicembre.

Una passione per la storia, laurea in Bocconi, tre figlie, l’imprenditore vare- sino definisce «un volano formidabile la Borsa» ed è ottimista sul futuro industriale del Paese. «Per il made in Italy resta un momento positivo — dice — perché, dal punto di vista tecno- logico, c’è la capacità di continuare a innovare su prodotti che sembrano maturi,

Lu-Ve conta 13 stabilimenti in nove Paesi con 4 mila 460 dipendenti dichiarati contro i 4 mila 250 del 2021. Registra un fattura- to prodotti record di 605 milioni nel 2022 (e 189 milioni di portafoglio or- dini) contro i 492 dell’anno prima (utile netto di 25 milioni), con un margine operativo lordo sul 12% e debiti netti per 140 milioni, due volte l’ebitda.Viene dall’estero più dell’80% del giro d’affari che quest’anno è previsto salire del 7-8%, quindi a 650 milioni. «Erano 200 prima della Borsa». Da allora l’azienda ha investito in acquisizioni circa 90 milioni. Intende impiegarne altri 33 in due anni per potenziare gli impianti in Usa e Polonia. Ha diversificato nella refrigerazione commerciale, producendo oltre che per la grande distribuzione e per il mercato horeca (hotel, ristoranti e catering) anche per i grandi data center o per le asciugabiancheria ad alta efficienza energetica di Bosch, Miele ed Electrolux.
Sulle pompe di calore conta parecchio: «Per noi questo mercato valeva cinque milioni nel 2021, quest’anno 35 e pensiamo di arrivare a 80 nel 2024.Questo compenserà le perdite dai costi di materie prime ed elettricità».

Soci e consiglieri

L’impresa è controllata al 50,8% dalla famiglia Liberali (Matteo con i fratelli Fabio, 60 anni, che lavora in azienda nella comunicazione, e Simone, 58 an- ni, geologo). Il 14,2% è di Faggioli, socio storico. Il 35 è flottante. Ha debuttato in Borsa nel 2015, negli ultimi sei mesi il titolo sull’Euronext Star è cresciuto del 32% (al 12 gennaio). Nel board siedono fra gli altri l’economista d’impresa Marco Vitale e Anna Gervasoni, di- rettore generale dell’Aifi. «La nostra formula? Investire nell’innovazione e negli stabilimenti, fare acquisizioni in mercati che danno penetrazione in nicchie nuove o potenziano quelle esistenti». Prendiamo gli Usa.

Fluidi naturali

Qui Lu-Ve vuole salire dai 20 milioni di euro attuali di produzione a 50 entro il 2025, con 20 milioni d’investimento. Prevede di completare il prossimo an- no uno stabilimento da 22 mila metri quadrati, dove produrre per i grandi centri logistici». In questo caso la nicchia è quella dei fluidi naturali, in cui Lu-Ve è specializzata, necessari ai sistemi di raffreddamento industriale degli Usa che hanno iniziato a ridurre i Freon inquinanti in ritardo. «Passaggio accelerato — dice il ceo —. Non hanno le tecnologie, noi abbiamo il primato. Ci vedono come un protagonista lontano che dispone di una tecnologia che non trovano, in un campo sconosciuto».

Altro esempio è la Cina dove Lu-Ve ha allestito nel 2021 il primo impianto logistico a fluidi naturali nel polo di Guangzhou. «Abbiamo investito que- st’anno per raddoppiare la produzione». In Italia il progetto più recente è quello sull’acquisita Wanbao Acc, l’ex Zanussi a Mel, Belluno, dove è prevista l’assunzione di 150 persone («Finora ne sono entrati 50-60»). Si producono scambiatori per pompe di calore e grandi macchine di condizionamento per clienti come Wolf, Ariston, Bosch, Vaillant. «Abbiamo ristrutturato 4 mila metri quadri su 40 mila e iniziato a produrre a settembre. Il piano a tre anni prevede 20 milioni di fatturato, nei pri- mi tre mesi siamo a tre milioni».

Fonte: Il Corriere della Sera

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