18 Novembre 2022
Apollo Global Management torna alla carica su SECI, la holding con cui la famiglia controlla il gruppo Maccaferri, dichiarata fallita dal Tribunale di Bologna nel luglio 2021, sotto il peso di oltre 800 milioni di debiti. a Corte d’Appello di Bologna che nel novembre 2021 aveva respinto il ricorso della società contro la sentenza, confermandone quindi il fallimento. Obiettivo vero dell’operazione di Apollo sono Sigaro Toscano e una lunga serie di proprietà immobiliari, tra cui anche una quota di Palazzo Zambeccari, iconico stabile di Bologna, collocato tra via Farini e piazza de Celestini. Il fondo ha presentato una proposta di concordato fallimentare per rilevare ciò che resta dell’impero di quelli che un tempo erano gli Agnelli di Bologna.
La mossa dell’asset manager Usa, che ha formalmente depositato una proposta di concordato al Tribunale, non stupisce. SECI è oggi gravata da un debito complessivo lordo di circa 750 milioni, di cui circa 500 milioni sono debiti finanziari (tra banche e 90 milioni di bond), gran parte dei quali nel corso dell’ultimo anno sono stati ceduti a forte sconto dalle banche e altri istituti finanziari a vari fondi specializzati. In particolare ad Apollo Capital Management, dopo che la famiglia Maccaferri aveva respinto al mittente la proposta di salvataggio da 215 milioni di euro fatta recapitare dalla stessa Apollo attraverso il suo advisor esclusivo per l’Italia Apeiron Management. Da allora Apollo era rimasto in attesa degli eventi, posizionatosi come uno dei principali interlocutori della procedura. Ma anche SC Lowy, Europa Investimenti e Taconic hanno partecipato ad aste per acquisire parte dei crediti.
Apollo mesi fa aveva offerto 200 milioni per rilevare Seci quando i Maccaferri stavamo lavorando al piano di concordato. La famiglia, però, aveva rifiutato l’offerta del fondo e di tutti gli altri (da Carlyle in giù) che si erano fatti avanti. Poi era arrivata la decisione del fallimento, prima chiesto dalla Procura, e poi avallato dal Tribunale. Ora Apollo rientra in gioco. I professionisti bolognesi legati alla società che gestisce più di mezzo miliardo di asset in giro per il mondo stavano lavorando da tempo all’operazione.
Tra gli asset di SECI, che attira l’interesse dei fondi, c’è come detto soprattutto il 51% di Manifatture Sigaro Toscano (MST), che non è stata toccata dalla crisi della casa-madre. MST ha chiuso il bilancio 2021 con ricavi per 115,7 milioni (da 106 milioni di euro nel 2020), un ebitda di 39,1 milioni (da 34,2 milioni) e un debito finanziario netto di 45,9 milioni (da 49,1 milioni). Sulla base dei dati di bilancio prospettici 2020 i rumor di mercato valutavano MST attorno ai 200 milioni. Il restante 49% di MST fa capo alla Antelao spa di Piero Gnudi (ex ministro nel governo Monti ed ex presidente dell’Enel), alla MCG holding srl di Luca Montezemolo (ex numero 1 della Ferrari), alla Comunimpresa srl di Aurelio Regina, alla Aragon Value Leadership srl di Francesco Valli e a Matteo Tamburini.
Ricordiamo in particolare che il bond di SECI, che era stato emesso in due tranche, una da 70 milioni a gennaio 2019 e l’altra da 20 milioni nel marzo successivo, ha tra le garanzie proprio il pegno sul 46,1% delle azioni di MST. L’operazione era stata condotta allora per spostare in mani amiche il pegno sino a quel momento in capo a Credit Suisse. I bond pagano una cedola annua del 6% annuo più il 2,5% PIK, cioé da corrispondersi alla scadenza nel 2023 ed erano stati sottoscritti inizialmente da tutti gli azionisti di MST.
Ma non è tutto. Sullo sfondo resta infatti anche una richiesta di danni da oltre 322 milioni che i tre curatori fallimentari, Claudio Solferini, Enrica Piacquaddio e Antonio Rossi, hanno a suo tempo presentato agli ormai ex amministratori di SECI. e Apollo riuscisse a portare a termine il concordato fallimentare si farebbe carico anche di quella richiesta.
Ricordiamo infine che lo scorso ottobre si è conclusa invece un’altra parte della storia che ha coinvolto il gruppo e cioé Officine Maccaferri spa, leader globale nel settore dell’ingegneria civile e ambientale con 23 stabilimenti in 4 diversi continenti, oltre 3.000 dipendenti e una presenza commerciale in oltre 130 paesi. Sempre il Tribunale di Bologna ha infatti emesso il decreto di omologa del concordato preventivo in continuità aziendale, dopo che i creditori hanno dato il loro via libera al piano la scorsa primavera e dopo che l’intero capitale della società è stato trasferito alla newco OM Topco sarl, società partecipata dai soci dell’Ad-Hoc Group, il gruppo di investitori composto da Carlyle Global Credit Investment Management, Man GLG e Stellex Capital Management, originariamente i principali sottoscrittori del bond da 190 milioni di euro cedola 5,75% a scadenza 2021 emesso da Maccaferri nel 2014
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