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Santa Margherita Ligure, nove richieste di rinvio a giudizio per la diga crollata dopo la mareggiata

Nel mirino il progetto che consentì di realizzare un muro paraonde senza armatura. Nell'incidente naufragarono una quindicina tra imbarcazioni e natanti

30 Marzo 2025

Santa Margherita Ligure, nove richieste di rinvio a giudizio per la diga crollata dopo la mareggiata

La procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per nove persone per il crollo della diga del porto di Santa Margherita ligure avvenuto tra il 28 e il 29 ottobre 2018. Tra gli imputati c’è anche Roberto Ferrazza, ex provveditore delle opere pubbliche della Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta già a processo per il crollo del ponte Morandi e sotto indagine per una serie di appalti dati in cambio di piccoli regali. L’udienza preliminare è fissata per il 20 maggio davanti alla giudice per l’udienza preliminare Silvia Carpanini. Le accuse sono di crollo e naufragio colposo, visto che una quindicina di imbarcazioni erano affondate.

L’inchiesta era partita subito dopo il disastro e ha puntato da subito sul primo progetto fatto negli anni 2007-2008 quando venne previsto di allungare la diga di 80 metri e di farle raggiungere i tre metri di altezza. In pratica, secondo l’accusa portata avanti dal pubblico ministero Walter Cotugno, “veniva realizzato il muro paraonde privo di armatura, nonostante in precedenza ne fosse stata cristallizzata la particolare importanza, ed anche a cagione della mancanza di armatura tale muro paraonde crollava” nella mareggiata del 2018.

Il giudizio è stato chiesto per u provveditori e i membri del Cta che si occuparono e validarono il progetto. In particolare, secondo il pm, Ferrazza “in qualità di provveditore e presidente del Comitato tecnico Amministrativo insieme a un altro membro del Cta nella seduta del 25/11/2015 formulavano parere favorevole al progetto esecutivo al progetto di rinforzo della diga e/o rialzo del muro di protezione del porto di Santa Margherita… malgrado il progetto non contenesse la relazione sulla valutazione della sicurezza allo stato attuale e presentasse ulteriori errori tecnici in relazione alla dimensione dei massi da posizionare sulla massicciata”.

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