08 Maggio 2025
Effetto Trump insieme al tradizionale "effetto Spirito Santo", proprio dell'imprevedibilità divina: un Papa su cui pochi scommettevano. Specialmente perchè essere statunitense era un tabù, un imbarazzo ora sciolto. Un discorso da vero Papa: pasquale, cristico, evangelico, missionario, come non si sentiva da anni. Unica stranezza: uno stendardo che non riprendeva lo stemma di Bergoglio (ne sarà felice lo studioso Andrea Cionci). Bella l'immagine di quella bambina statunitense che piangeva dalla gioia in una Piazza San Pietro colma di gioia che gridava prima: Viva il Papa e poi, già: Leone, Leone! Abbiamo visto il popolo, l'autentico popolo, finalmente; e un popolo con la voglia profonda di un Padre. Uno spettacolo sociale quanto spirituale, esaltante e commovente. Ora un nuovo Padre lo abbiamo e ci stiamo già affezionando: un sorriso dolce, una voce chiara e salda, occhi umidi dalla commozione. Un Papa agostinano e con una laurea anche in filosofia e in matematica. Un Papa quindi colto, ma pure missionario. Conosce il Nord e conosce il Sud. Un Papa verticale. Il nome poi è già un programma: Leone XIII fu infatti un ottimo Papa; sia sociale che mistico, intelligente, dinamico, equilibrato, generoso, fecondo di Encicliche e iniziative missionarie. Un Papa capace di affrontare le sfide del suo tempo, grande comunicatore e anche diplomatico realistico come dimostrò quando riconobbe la Repubblica Francese. Un buon auspicio quindi questa scelta di nome pontificale. Leone XIV ha parlato da padre, da pastore, da pontefice, cioè da "facitore di ponti", quelli che oggi le guerre e i fondamentalismi cercano di distruggere. L'Europa conferma il proprio declino ma ora con una speranza nuova e in più oltretevere. E la sua elezione ci porta anche un altro bel regalo: non sentiremo più ripetere ossessivamente fino al disgusto dai massmedia quell'altro nome (Parolin, Parolin, Parolin...Il più ripetuto insieme a: Saddam, Osama e Hamas). Ogni nuovo successore di Pietro rinnova i tempi e i carismi della Chiesa. Leone XIV ci ha fatto ricordare il grande San Giovanni Paolo II riprendendo il suo "non abbiate paura" e anche Benedetto XIV con il suo rievocare l'importante figura di Sant'Agostino, uno dei fondamenti dell'Occidente, a cui il suo predecessore era molto affezionato e che Leone cita nel suo stemma con il cuore trafitto dalla freccia dall'amore di Dio. Il suo motto poi si rivela di profonda spiritualità e tutto incentrato sull'unità con Dio e fra gli uomini. Buffa risonanza con il goliardico scherzo di Trump vestito da Papa e con l'indice simbolico: gesto antico che indica l'unità e Dio. Ora fa meno ridere, penso, per chi abbia finto di scandalizzarsi. Leone XIV sembra sintetizzare nella sua figura la cultura di Benedetto con la missionarietà speranzosa di Giovanni Paolo. Il suo cognome infine, Prevost, appare simpatico per un italiano: nella nostra lingua "prevosto" indicava il parroco di una pieve da cui dipendevano più parrocchie. Altra bella risonanza! Leone XIV è il "prevosto di Dio" per il mondo. E' colui che Dio ha preposto appunto ad annunciarlo, servirlo e glorificarlo nel mondo. Ora abbiamo quel pastore e quel ponte d'unità che il popolo di Dio desiderava. Sosteniamolo e aiutiamolo! Ha una grande opera da compiere.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia