17 Dicembre 2025
Fonte: X @FattAvvenimenti
Sempre più fonti del deepstate riportano alcuni rumors direttamente dal Centro militare di coordinamento americano e di forze alleate di Kiryat Gat dedicato alla stabilizzazione di Gaza. Generali statunitensi si starebbero lamentando che i soldati israeliani assegnati a quella base cercherebbero di spiarli, registrando riunioni di sicurezza riservate e intercettando telefonate e comunicazioni.
Secondo un’inchiesta internazionale basata su voci del deepstate, l’intelligence israeliana avrebbe condotto un’attività di sorveglianza estesa nei confronti di militari statunitensi e funzionari di Paesi alleati presenti in una nuova base americana nel sud di Israele, incaricata di coordinare la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza. Il centro, denominato Civil-Military Coordination Center (Cmcc), si trova nella zona industriale di Kiryat Gat, a circa 12 chilometri dal confine con la Striscia.
Fonti informate riferiscono che Israele avrebbe registrato incontri riservati tra ufficiali dell’esercito statunitense e organizzazioni umanitarie. La situazione ha spinto il comandante statunitense della base, il tenente generale Patrick Frank, a convocare il suo omologo israeliano, chiedendo l’immediata cessazione di ogni attività di registrazione all’interno della struttura. Anche personale proveniente da altri Paesi alleati avrebbe espresso preoccupazioni, ricevendo l’invito a non condividere informazioni sensibili per il rischio di intercettazioni.
L’esercito israeliano ha respinto le accuse definendole “assurde”, ma l’episodio ha alimentato nuove tensioni tra Washington e Tel Aviv. Il Cmcc è stato istituito in ottobre per monitorare l’attuazione del piano di cessate il fuoco in 20 punti proposto dal presidente statunitense Donald Trump, con l’obiettivo dichiarato di facilitare l’ingresso degli aiuti umanitari e gettare le basi per la futura governance di Gaza.
Tuttavia, secondo questi rumors, gli esperti logistici statunitensi assegnati al centro avrebbero rapidamente constatato che il principale ostacolo alla consegna degli aiuti non era di natura tecnica, bensì politica. Le restrizioni israeliane sui valichi, comprese quelle su beni essenziali considerati “a doppio uso”, come materiali per rifugi, prodotti per la potabilizzazione dell’acqua e persino forniture scolastiche, avrebbero reso inefficace il lavoro del Cmcc. Nel giro di poche settimane, diverse decine di militari Usa avrebbero lasciato l’incarico.
Un altro elemento critico riguarda l’esclusione totale dei palestinesi. Nessun rappresentante di organizzazioni civili o umanitarie palestinesi, né dell’Autorità Nazionale Palestinese, partecipa alle attività del centro. Tentativi statunitensi di includerli tramite collegamenti video sarebbero stati interrotti da funzionari israeliani, mentre documenti interni eviterebbero perfino l’uso dei termini “Palestina” o “palestinesi”, sostituiti da “gazawi”.
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