11 Novembre 2025
(fonte: X)
Uno zigomo rotto e una lacerazione della pelle sulla guancia destra profonda circa 4 centimetri. La brutalità dei coloni israeliani non si ferma neppure davanti ai loro stessi concittadini quando di mezzo vi sono civili palestinesi.
È questa la scioccante testimonianza rilasciata da una donna israeliana sul suo profilo social X, denunciando le violenze dei coloni contro suo padre, "colpevole" evidentemente di aver aiutato alcuni palestinesi a raccogliere le olive. La ricostruzione del fatto la fornisce proprio lei, postando online la foto del volto tumefatto e insanguinato del padre dopo la colluttazione coi soldati.
"Mio padre è uscito stamattina per aiutare i palestinesi del villaggio di Beita, in Cisgiordania, nella raccolta delle olive, come fa ogni settimana. E così è finita dopo un violento attacco da parte delle milizie dei coloni" scrive l'utente su X. La foto è quanto mai esplicativa, ma la didascalia chiarisce il fatto: "Gli hanno aperto la testa con un taglio di 4 cm e gli hanno rotto lo zigomo. Starà bene", rassicura. In foto si vede una quantità copiosa di sangue scendere lungo tutta la guancia destra e colare lungo la maglietta, a partire proprio dal visibile buco a metà tra orecchio e occhio.
Il padre però, specifica la donna, non è stato l'unica vittima: "altre 14 persone sono rimaste ferite in questo incidente, attivisti israeliani, palestinesi, paramedici intervenuti per aiutare nei soccorsi e giornalisti". Ciò che colpisce è la consolidata impunità di cui godono i carnefici in uno scenario complessivo di dominazione e "suprematismo sionista": "Nessuno degli aggressori, ovviamente, è stato arrestato". Quest'episodio non racconta solo cosa sono disposti a fare i soldati israeliani pur di tenere rigida la separazione tra la loro "etnia" e quella palestinese (al punto da picchiare chi aiuta pacificamente dei coltivatori). Ma ci fa immaginare fin dove la loro violenza è capace di arrivare nei confronti dei palestinesi stessi, tanto a Gaza quanto nella Cisgiordania occupata, dove - ricordiamo - la raccolta delle olive, attività economica e culturale chiave per quella società, è puntualmente ostacolata.
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