10 Novembre 2025
Pasta Fonte: X @foodaffairs_it
L’Unesco ha espresso il primo parere favorevole alla candidatura della cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Il via libera tecnico rappresenta un passo fondamentale verso l’iscrizione ufficiale nella lista dei patrimoni immateriali. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha infatti pubblicato la valutazione degli esperti, che raccomanda l’inclusione della cucina italiana tra i beni da tutelare e valorizzare a livello globale. Si tratta del primo e importante traguardo di un percorso iniziato con il dossier “La cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale”, promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Agricoltura. La decisione politica finale arriverà a dicembre, durante la riunione del Comitato intergovernativo che si terrà a New Delhi dall’8 al 15 dicembre.
La valutazione tecnica dell’Unesco rappresenta un passaggio chiave nell’iter che può condurre all’iscrizione della cucina italiana nella prestigiosa lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. L’organo consultivo di esperti internazionali ha espresso parere positivo sul dossier presentato dal nostro Paese, riconoscendo il valore identitario, sociale e culturale delle tradizioni gastronomiche italiane.
Secondo la procedura dell’Unesco, il parere tecnico non ha valore vincolante, ma costituisce la base sulla quale il Comitato intergovernativo prende la decisione finale. “La valutazione tecnica pubblicata ci dice che il dossier è ben fatto ed è coerente con gli obiettivi dell’Unesco”, ha dichiarato Pier Luigi Petrillo, professore alla Luiss Guido Carli e curatore del dossier di candidatura. “Occorre però tenere conto che questo primo sì non deve creare illusioni – ha aggiunto – perché il Comitato intergovernativo che si riunirà in India a dicembre ha la possibilità di rivedere completamente la decisione”.
Il dossier della candidatura è frutto di un lungo lavoro di ricerca e documentazione coordinato dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Agricoltura, in collaborazione con le principali associazioni del settore. Al centro, l’idea della cucina italiana come espressione viva della comunità: un patrimonio fatto di saperi, gesti, ritualità e convivialità tramandate nel tempo. La candidatura sottolinea il valore culturale e sociale del cibo italiano, rappresentando un modello di sostenibilità, biodiversità e identità territoriale.
L’Italia punta così a un riconoscimento unico nel suo genere: se il giudizio tecnico verrà confermato a dicembre, la cucina italiana sarebbe la prima al mondo a ottenere, nel suo complesso, il titolo di patrimonio immateriale dell’umanità. Dopo il parere tecnico, la candidatura passa ora al vaglio del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che si riunirà a New Delhi dall’8 al 15 dicembre.
Tra le altre proposte in esame figurano anche lo Yodel svizzero, il Son cubano, gli Origami giapponesi, il vino passito ciprioto e la Passione di Cristo in Messico. Sarà in quella sede che verrà presa la decisione politica definitiva sull’iscrizione della cucina italiana nella lista Unesco. In caso di esito positivo, l’Italia aggiungerebbe un nuovo riconoscimento a quelli già ottenuti in ambito culturale e gastronomico, rafforzando ulteriormente il ruolo del nostro Paese nella tutela e nella promozione delle tradizioni alimentari nel mondo.
L’Italia detiene oggi il primato mondiale per numero di patrimoni culturali iscritti all’Unesco. Tra quelli immateriali figurano la dieta mediterranea, riconosciuta nel 2010 come modello alimentare sostenibile e simbolo di equilibrio tra uomo e ambiente, e l’arte dei pizzaioli napoletani, entrata nella lista nel 2017 per la sua valenza sociale e identitaria. Fanno parte del patrimonio immateriale anche la Perdonanza Celestiniana dell’Aquila, il Canto a tenore sardo, l’Opera dei Pupi siciliana, la Transumanza e la Vite ad alberello di Pantelleria.
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