Martedì, 30 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Israele, presidente Herzog valuta grazia per Netanyahu nel processo per corruzione, opposizioni: "Colpo allo Stato di diritto"

Il presidente israeliano valuta la grazia per Netanyahu, imputato per corruzione. Opposizione e società civile insorgono: “Un colpo allo Stato di diritto”

30 Settembre 2025

Herzog, Netanyahu

Herzog, Netanyahu, fonte: X, @assopacepalestina

Il presidente israeliano Isaac Herzog sta valutando in queste ore di concedere la grazia al premier Benjamin Netanyahu nel processo per corruzione a carico del primo ministro. Le opposizioni sono insorte: "Questo è un colpo allo Stato di diritto".

Israele, presidente Herzog valuta grazia per Netanyahu nel processo per corruzione, opposizioni: "Colpo allo Stato di diritto"

In Israele la politica interna è scossa dalle parole del presidente Isaac Herzog. Intervistato dalla radio dell’esercito, Herzog ha dichiarato di essere pronto a considerare la grazia per il premier Benjamin Netanyahu in caso di condanna: “Il caso grava pesantemente sulla nostra società. Valuterò ciò che è meglio per lo Stato e tutte le altre considerazioni”.

Il processo contro Netanyahu per corruzione, frode e abuso di fiducia è aperto da anni, con accuse di aver ricevuto regali di lusso da magnati e di aver stretto accordi con editori per ottenere copertura favorevole in cambio di favori legislativi. Una vicenda che ha diviso il Paese e mobilitato piazze e associazioni per mesi.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Yair Lapid, leader dell’opposizione centrista, ha attaccato duramente: “Una grazia sarebbe la vittoria della corruzione e la sconfitta della democrazia”. Anche Merav Michaeli, ex leader laburista, ha avvertito che “perdonare Netanyahu significherebbe dire agli israeliani che i potenti non pagano mai”.

Diverso il fronte della destra estrema. Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir hanno accolto con favore l’apertura di Herzog, vedendola come un atto di “unità nazionale” necessario per proseguire con il progetto di annettere parti della Cisgiordania. Ma persino all’interno del Likud non mancano i malumori: alcuni esponenti temono che una grazia, seppure salva il leader, marchi a fuoco il partito come forza incapace di rinnovarsi.

Le organizzazioni civiche non restano in silenzio. Il Movimento per un Governo di Qualità ha diffuso una nota parlando di “un colpo mortale allo Stato di diritto”. Migliaia di cittadini, secondo la stampa israeliana, sarebbero pronti a scendere nuovamente in piazza come durante le proteste del 2023-2024 contro la riforma giudiziaria voluta da Netanyahu.

Herzog, intanto, insiste sulla necessità di “evitare un trauma nazionale”. Ma molti osservatori vedono nella grazia un prezzo politico: salvare Netanyahu per costruire un nuovo governo senza estremisti. Il rischio è che Israele, mentre cerca di chiudere la guerra più lunga della sua storia recente, apra invece una ferita morale ancora più profonda.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x