03 Luglio 2025
Trump e Netanyahu, fonte: imagoeconomica
La procura israeliana ha riferito che il processo per corruzione del premier Benjamin Netanyahu è stato rinviato alla settimana del 14 luglio. La causa sarebbe la visita istituzionale programmata a Washington per incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il tycoon, da parte sua, ha più volte richiesto l'annullamento del processo, in quanto "caccia alle streghe" contro il leader di Tel Aviv.
Stop temporaneo al processo di Benjamin Netanyahu per corruzione: le udienze saranno spostate dalla settimana del 7 luglio a quella successiva, dal 14 luglio in poi. Questo per permettere al premier di recarsi alla visita istituzionale già programmata a Washington, per incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e altri funzionari americani. Il tema caldo rimane la situazione nella Striscia di Gaza, ma anche l'Iran e altre questioni mediorientali.
La richiesta, avanzata alla procura del Tribunale Distrettuale di Gerusalemme direttamente da Netanyahu, è stata accettata per il carattere urgente della visita negli Usa. D'altro lato, Donald Trump ha insistito molto sull'annullamento del processo, definendolo una "caccia alle streghe": "Il processo a 'Bibi' Netanyahu dovrebbe essere annullato immediatamente, o dovrebbe essere concessa la grazia a un grande eroe, che ha fatto così tanto per il suo Stato". L'influsso di Trump potrebbe quindi aver spianato la strada alla richiesta di Netanyahu, che verrà ospitato dal suo migliore alleato fuori da Israele, sottraendosi alla giustizia del suo stesso Stato.
Netanyahu non ha un rapporto facile con la giustizia: è il primo leader israeliano in carica a testimoniare come imputato in un processo penale nella storia del Paese. 'Bibi' ha infatti partecipato alle sessioni di interrogatorio relative ai casi 1000, 2000 e 4000, tutti legati alla corruzione. Il premier è poi accusato di crimini di guerra e contro l'umanità, con la Corte Penale Internazionale che ha emesso mandati di arresto contro lui e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant per atrocità a Gaza.
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