26 Giugno 2025
Trump e Netanyahu, fonte: imagoeconomica
Trump nell'impasse con Netanyahu, ecco allora che gli Usa sono pronti ad un piano per il cambio di guida in Israele con l'aiuto della CIA. Secondo fonti raccolte nel deep State dal Giornale d'Italia, 'Bibi' paga anche il non cessate il fuoco a Gaza e l'attacco in Iran. Il governo di Washington assieme all'agenzia di intelligence stanno lavorando da tempo, e l'ultima offensiva in Medioriente, con l'attacco di Tel Aviv a Teheran, non ha fatto altro che consolidare questo piano. L'obiettivo di Trump è quello di evitare altre escalation: lo Stato ebraico negli ultimi due anni si è reso protagonista di un genocidio nei confronti dei palestinesi ancora in corso, e dell'espansione del conflitto nella cosiddetta guerra dei 12 giorni. D'altronde, nella telefonata andata in scena tra Trump e il primo ministro israeliano di qualche settimana fa, erano state chiare le richieste del tycoon che avevano anche portato ad una rottura: cessare la guerra a Gaza ed evitare di attaccare l'Iran. Netanyahu ha fatto di testa sua, e per questo motivo gli Stati Uniti starebbero escogitando un piano con la CIA per un cambio di guida nello Stato ebraico.
Gli Stati Uniti lavorano ad un piano per il cambio di guida in Israele. Infatti, nonostante le parole "dolci" di Trump nei confronti dell'omologo, vedasi la richiesta di annullamento del processo per corruzione per Netanyahu, definito "assurdo", dietro le quinte sarebbero in corso le operazioni per sostituire il primo ministro israeliano. Tra i nomi che potrebbero succedergli ci sono quelli dell'ex ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz che si è dimesso un anno fa chiedendo elezioni anticipate e quello dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant, licenziato da Netanyahu a novembre 2024. Due personalità contrapposte a quella dell'attuale guida.
Fatale per Netanyahu sarebbe stata quella telefonata da 40 minuti con Trump in cui le posizioni dei due non sono mai state così distanti. Il tycoon aveva fatto presente all'omologo israeliano di cessare una volta per tutte la guerra a Gaza, non solo con una tregua temporanea di 60 giorni ed un accordo per il rilascio degli ostaggi come prevede l''accordo Witkoff', ma di terminarla del tutto. Tuttavia, a distanza di due settimane la situazione nella Striscia non è migliorata, anzi, se possibile è anche peggiorata visto che ogni giorno l'esercito israeliano uccide palestinesi in fila per gli aiuti umanitari.
E poi c'è la questione Iran: il colloquio telefonico tra i due è servito anche per parlare di un dossier che di lì a poco sarebbe deflagrato. Tel Aviv ha infine deciso ad attaccare Teheran, e gli stessi Stati Uniti erano stati informati. Ma le raccomandazioni di Trump in quella telefonata erano diverse: no ad un attacco all'Iran, anche perché sia Washington che Teheran erano ancora impegnate nei colloqui sul nucleare. Già in passato Trump aveva ammonito Netanyahu sulla questione: "Preferirei non venisse sganciata nessuna bomba".
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