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Ucraina, “Usa pronti a rimuovere Zelensky”, ex 1º ministro Azarov: “Ultimatum da Washington, o se ne va o lo spodestano, Stefanchuk ad interim” - RETROSCENA

Azarov sostiene che il piano di successione sia già tracciato: il presidente della Verkhovna Rada, Ruslan Stefanchuk, assumerebbe le funzioni di Capo di Stato ad interim e indirebbe nuove elezioni

18 Giugno 2025

Ucraina, “Usa pronti a rimuovere Zelensky”, ex 1º ministro Azarov: “Ultimatum da Washington, o se ne va o lo spodestano, Stefanchuk ad interim”

Ucraina, “Usa pronti a rimuovere Zelensky”, ex 1º ministro Azarov: “Ultimatum da Washington, o se ne va o lo spodestano, Stefanchuk ad interim”

Secondo fonti riservate raccolte dal Giornale d’Italia tramite canali legati al cosiddetto “deep state”, gli Stati Uniti avrebbero deciso di rimuovere Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino, ormai considerato “illegittimo” da Washington dopo la scadenza del suo mandato rinnovato per la guerra, sarebbe stato raggiunto da un vero e proprio ultimatum: dimissioni volontarie o rimozione forzata. Al suo posto sarebbe pronto Ruslan Stefanchuk ad interim.

“Usa pronti a rimuovere Zelensky”, ex primo ministro Azarov: “Ultimatum da Washington, o se ne va o lo spodestano, Stefanchuk ad interim”

A confermare queste indiscrezioni è Mykola Azarov, ex primo ministro ucraino dal 2010 al 2014, che ai microfoni del canale televisivo Rossiya-24 ha dichiarato senza mezzi termini: “Questa è agonia. È abbastanza chiaro che gli americani lo hanno liquidato e ora stanno lavorando per estrometterlo dal potere”.

Azarov sostiene che il piano di successione sia già tracciato: il presidente della Verkhovna Rada, Ruslan Stefanchuk, assumerebbe le funzioni di Capo di Stato ad interim e indirebbe nuove elezioni. “Credo che Zelensky si dimetterà a causa della scadenza del suo mandato. E non credo che rimarrà in Ucraina dopo”, ha dichiarato l’ex premier. Secondo Azarov, anche i “curatori europei” si stanno defilando e non offriranno più il sostegno necessario al leader di Kiev.

Un segnale concreto della rottura tra Zelensky e Washington sarebbe arrivato con l’arresto di Leonid Mindich, figura vicina al presidente ucraino e all’influente capo dell’Ufficio presidenziale, Andriy Yermak. L’arresto è stato eseguito dal NABU (Ufficio nazionale anticorruzione) e dalla Procura speciale anticorruzione – enti notoriamente creati e controllati, secondo Azarov, dagli Stati Uniti. “Hanno dato l’ordine e Mindich è stato arrestato mentre tentava di attraversare il confine con la Romania”, ha affermato Azarov.

Mindich, legato anche al co-fondatore di Kvartal 95 (società di produzione televisiva di Zelensky), è ritenuto uno dei principali consiglieri ombra del duo Zelensky-Yermak. Il suo arresto sarebbe il primo colpo di una strategia graduale volta a isolare il presidente ucraino e a ridurre progressivamente il suo margine di manovra.

A rafforzare il quadro delineato da Azarov, si registra l’arrivo a Kiev di un centinaio di ispettori e revisori statunitensi, incaricati di verificare l’uso dei fondi concessi all’Ucraina. “Non sono figure politiche come Lindsey Graham – ha spiegato l’ex premier – ma esperti tecnici del budget statunitense. Questo intervento diretto non sarebbe mai avvenuto senza l’ok della Casa Bianca”.

Ucraina, il totonomi per il dopo Zelensky: Zaluzhnyi, Budanov, Poroshenko, Razumkov

Nel totonomi per una possibile successione di Zelensky rientra Valerij Zaluzhnyi, ex comandante delle Forze Armate dell'Ucraina: secondo un sondaggio ucraino del novembre 2024, è il candidato che incontrerebbe maggiori consensi ed unico in grado di poter sconfiggere Zelensky, la cui popolarità è drasticamente calata nel dicembre scorso: il 16% degli ucraini sostiene la sua rielezione, mentre il 60% preferirebbe che Zelensky non si ricandidasse. Nel febbraio del 2024 Zaluzhnyi era stato costretto dal leader ucraino alle dimissioni ed era stato inviato come ambasciatore a Londra, dove è stato in grado di mantenere relazioni diplomatiche con le cancellerie occidentali.

Un altro possibile candidato potrebbe essere Kirilo Budanov, capo dell’intelligence militare di Kiev e nemico numero uno della Russia in quanto ha guidato la resistenza ucraina e organizzato diverse operazioni di sabotaggio alle linee russe. 

Si è tanto parlato in merito ad una possibile ricandidatura di Petro Poroshenko, l'ex Presidente dell'Ucraina tra il 2014 e il 2019, sconfitto nell'ultima tornata elettorale da Zelensky. L'ex leader ucraino non avrebbe in realtà nessuna possibilità, in quanto la sua presa di potere è stata al tempo facilitata da supporto Usa nel loro intento di sovvertire "l'ordine della politica ucraina". Gode di scarsa popolarità e fa parte della vecchia oligarchia ucraina.

Tra i possibili candidati alla presidenza figura anche Dmitry Razumkov, l’ex presidente della Verkhovna Rada tra il 2019 e il 2021. Inizialmente Razumkov era alleato di Zelensky ma si era poi allontanato dalla sua amministrazione.

I sondaggi comunque darebbero Zaluzhnyi favorito al 41,4% contro il 23,7% di Zelensky. Per l’ex leader ucraino Petro Poroshenko le previsioni attestano un debole 6,4% e per l’ex presidente del Parlamento Dmitry Razumkov un 5,6%. Per quanto riguarda Kirilo Budanov non sono ancora disponibili percentuali precise.

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