04 Agosto 2025
Baharav-Miara, fonte: Instagram @ilfattoquotidiano
Bufera istituzionale su Israele: il governo Netanyahu ha rimosso la procuratrice generale Gali Baharav-Miara. La giudice stava indagando da anni sul premier di Tel Aviv per corruzione.
Il governo israeliano ha votato lunedì 4 agosto all’unanimità per la rimozione della procuratrice generale Gali Baharav-Miara, figura centrale del sistema giudiziario e attuale responsabile del processo per corruzione a carico del primo ministro Benjamin Netanyahu. La mossa, annunciata dal ministro della Giustizia Yariv Levin, è stata subito congelata dalla Corte Suprema, che ha imposto una sospensione in attesa di una decisione sulla legittimità del provvedimento.
Baharav-Miara, nominata nel 2022, è stata una delle voci più critiche contro la controversa riforma della giustizia promossa dal governo di destra, riforma che punta a limitare l’autonomia del potere giudiziario. Secondo il premier e i suoi alleati, la procuratrice avrebbe ostacolato deliberatamente le politiche del governo per motivi politici. Ma per la magistrata, il suo ruolo è sempre stato quello di garantire che l’esecutivo operasse nel rispetto della legge.
La decisione di destituirla è arrivata al termine di un processo giudicato irregolare da numerosi esperti legali e watchdog civici: il governo ha infatti aggirato la procedura ufficiale che prevede il coinvolgimento di un comitato indipendente, sostituendolo con un comitato ministeriale politicamente allineato. Baharav-Miara ha definito “corrotto e predeterminato” l’intero procedimento e ha denunciato il tentativo di politicizzare la carica.
Il suo allontanamento solleva gravi timori sul futuro dello stato di diritto in Israele. In una lettera aperta, la procuratrice ha avvertito che un precedente simile consentirebbe a qualunque governo di licenziare i garanti della legalità per motivi di convenienza politica, influenzando indagini e processi in corso.
L’Alta Corte si pronuncerà entro il 4 settembre. Intanto, la tensione cresce: centinaia di manifestanti sono scesi in piazza a Gerusalemme per denunciare quello che considerano un colpo di mano contro l’indipendenza della magistratura e la democrazia israeliana.
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