09 Settembre 2025
Starmer e Lammy Fonte: Resoconto
“Israele non sta commettendo un genocidio a Gaza”. A sostenerlo, incredibilmente, è il governo laburista britannico, che in una lettera ufficiale firmata dall’ex ministro degli Esteri David Lammy e inviata a una commissione parlamentare lo scorso 1° settembre ha escluso la presenza di un “intento specifico” tale da configurare il crimine più grave previsto dal diritto internazionale. Una posizione che stride totalmente con le posizioni di Starmer, soprattutto sul futuro riconoscimento dello Stato palestinese all’Onu.
Nel documento visionato dal Times, Lammy ribadisce che a Gaza non emergono prove di quell’ “intento specifico” che, secondo la Convenzione delle Nazioni Unite, è necessario per configurare il crimine di genocidio. Un crimine che “si verifica solo quando esiste una specifica intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Il governo non ha concluso che Israele stia agendo con tale intento”, ha chiarito l’ex capo della diplomazia britannica. Le parole arrivano in risposta a una richiesta di chiarimenti sul via libera alla vendita di componenti per i caccia F-35 impiegati dall’aviazione israeliana.
La missiva porta la data di pochi giorni prima del rimpasto deciso dal premier Keir Starmer, che ha ridisegnato la squadra di governo dopo le dimissioni dell’ex vicepremier Angela Rayner. Lammy ha lasciato il Foreign Office per assumere il doppio incarico di vicepremier e ministro della Giustizia, mentre la guida della diplomazia è passata a Yvette Cooper. Contestualmente, Shabana Mahmood è diventata ministra dell’Interno: per la prima volta una donna musulmana ricopre un ruolo di tale peso nell’esecutivo britannico. Nata a Birmingham da una famiglia pachistana e deputata dal 2010, Mahmood in passato ha sostenuto la causa palestinese, pur condannando l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
Il rimpasto è maturato in parallelo con la decisione di Londra di sostenere il riconoscimento dello Stato palestinese alla prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Una scelta che ha provocato la dura reazione di Israele, che ha parlato di un “premio ai terroristi di Hamas”.
In questo scenario approderà domani a Londra il presidente israeliano Isaac Herzog per una visita di tre giorni. Invitato da diverse organizzazioni ebraiche, Herzog affronterà il tema dell’antisemitismo ma anche i nodi del conflitto a Gaza e le tensioni con il tradizionale alleato britannico. “Vengo a portare solidarietà alla nostra comunità e a lavorare per il rilascio degli ostaggi”, ha dichiarato prima della partenza. A Londra è previsto un incontro con Starmer, ma non mancano resistenze interne: secondo il Guardian, alcuni parlamentari laburisti hanno chiesto al premier e ai ministri di non riceverlo. Poche ore fa, invece, Starmer non ha esitato a ricevere a Downing Street il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, con il quale ha discusso del genocidio in corso a Gaza e del percorso verso il riconoscimento internazionale della Palestina.
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