06 Settembre 2025
Elbit Systems Bristol, fonte: Instagram, @5pillars
In Gran Bretagna è stata chiusa la sede di Bristol dell'azienda militare israeliana Elbit Systems in seguito alle insistenti proteste dell'associazione pro Palestina (ora considerata da Uk come "terrorista") Palestine Action. Il collettivo ha infatti sempre manifestato il proprio dissenso sia per la fabbricazione di armi che sarebbero poi state utilizzate a Gaza sul suolo britannico, ma anche per un accordo, ora al vaglio, tra il governo Starmer e la multinazionale. Un contratto da 2 miliardi di sterline, con cui la Gran Bretagna affida l'addestramento di migliaia di suoi soldati alla Elbit.
La sede di Elbit Systems Uk nel parco industriale di Aztec West, vicino Bristol, è stata trovata deserta: cancelli chiusi, personale assente e solo una guardia di sicurezza a presidiare. Una chiusura inattesa per il più grande produttore di armi israeliano, che attraverso la sua filiale britannica gestiva attività cruciali per il settore difesa.
Il sito era stato al centro di decine di proteste organizzate da Palestine Action, il movimento di disobbedienza civile che mira a smantellare la presenza industriale e logistica di Elbit nel Regno Unito. Occupazioni di tetti, blocchi stradali, vetrine infrante e muri imbrattati di vernice rossa avevano più volte attirato l’attenzione mediatica. L’ultimo assalto risaliva al 1° luglio, pochi giorni prima che il governo britannico dichiarasse Palestine Action “organizzazione terroristica” in base al Terrorism Act.
La chiusura della struttura è considerata da molti osservatori come una vittoria politica e simbolica per gli attivisti. Andrew Feinstein, esperto di traffici d’armi, l’ha definita “un fatto estremamente significativo”, sottolineando il ruolo centrale di Elbit all’interno del complesso militare-industriale israeliano, in particolare nella produzione di droni e sistemi d’arma utilizzati a Gaza.
Elbit Systems Uk aveva già registrato un calo delle performance economiche, con una perdita operativa di 4,7 milioni di sterline nel 2024, dovuta anche ai costi crescenti per la sicurezza. Negli ultimi anni l’azienda aveva ceduto più filiali britanniche, spesso dopo campagne di pressione e proteste di piazza.
Nonostante questo ridimensionamento, Elbit resta vicina ai palazzi del potere di Londra. Lo scorso mese il settimanale Private Eye ha rivelato che la società è in corsa per un contratto da 2 miliardi di sterline con il Ministero della Difesa. L’accordo, che ha il sostegno del governo Starmer, riguarda programmi di addestramento dei soldati britannici. Una prospettiva che suscita indignazione, soprattutto mentre le armi di Elbit vengono usate nella guerra genocida contro il popolo palestinese.
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