02 Settembre 2025
Trump e Netanyahu, fonte: Wikipedia
Il presidente americano Donald Trump si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni decisamente contrarie all'operato di Israele, che si conformano come un vero e proprio schiaffo alla politica del premier Benjamin Netanyahu. Il tycoon ha nuovamente espresso la sua opinione sfavorevole nei confronti della situazione a Gaza, lanciando un monito a Tel Aviv: "Continuare la guerra e il genocidio è deleterio sullo scacchiere internazionale, Israele rimarrà isolato". Inoltre, the Donald ha anche analizzato la situazione interna alla politica statunitense: "Fino a 15 anni fa il Congresso era in mano alla lobby ebraica, ora ha perso molto potere".
Donald Trump ha riconosciuto che l’influenza della lobby israeliana a Washington non è più quella di un tempo. In un’intervista, l’ex presidente statunitense ha spiegato che, se 15 o 20 anni fa “Israele aveva il controllo totale del Congresso”, oggi la situazione è radicalmente cambiata. Secondo Trump, il sostegno incondizionato a Tel Aviv “era una cosa del passato”, e non è più politicamente intoccabile criticare lo Stato ebraico.
L’ex presidente ha citato come esempio la crescita del fronte progressista guidato da Alexandria Ocasio-Cortez e da altri parlamentari democratici, che hanno riportato al centro del dibattito i diritti dei palestinesi. Ma il cambiamento riguarda anche i repubblicani: un sondaggio del Pew Research Center ha mostrato che il 50% dei conservatori sotto i 50 anni ha oggi un’opinione sfavorevole su Israele, in netto aumento rispetto al 2022.
Trump, pur rivendicando di aver sostenuto Israele durante il suo mandato — dal riconoscimento di Gerusalemme come capitale agli attacchi contro l’Iran — ha ammesso che Tel Aviv “sta perdendo nel mondo delle pubbliche relazioni”. Le immagini della devastazione a Gaza, con migliaia di morti civili, hanno compromesso la posizione internazionale di Israele. “Potrebbero vincere la guerra, ma non stanno vincendo nel mondo delle pubbliche relazioni, e questo li sta danneggiando”, ha affermato.
Le sue parole arrivano mentre figure di spicco della destra statunitense, un tempo roccaforte del sostegno a Israele, prendono le distanze. La deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene ha parlato apertamente di “genocidio” a Gaza, mentre Steve Bannon ha definito Israele “un alleato inaffidabile”. A loro si uniscono Thomas Massie, Tucker Carlson e altri commentatori conservatori che criticano l’appoggio incondizionato a Netanyahu.
Trump stesso, pur sostenendo l’operazione militare israeliana a Gaza City, ha messo in guardia Tel Aviv: “Dovranno finirla. Sta danneggiando Israele”. Una dichiarazione che conferma come il massacro in corso abbia incrinato la storica protezione politica di Israele negli Stati Uniti. Gaza, ridotta in macerie, diventa così anche il simbolo della crisi di consenso internazionale che travolge Tel Aviv.
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