28 Agosto 2025
Secondo un sondaggio pubblicato mercoledì dalla Quinnipiac University, il 50% degli elettori statunitensi ritiene che Israele stia commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza. Il sondaggio Quinnipiac si è basato su un campione di 1.220 elettori registrati, scelti tra coloro che si sono autoidentificati politicamente. Il margine di errore è di ±3,4 punti percentuali.
Nel dettaglio, il 77% degli elettori democratici condivide questa opinione, mentre tra gli indipendenti la percentuale si attesta al 51%. Al contrario, il 64% dei repubblicani respinge l’accusa, mentre solo il 20% del loro elettorato ritiene che Israele stia effettivamente compiendo un genocidio.
Oltre a questa valutazione, il sondaggio mostra anche un chiaro calo di sostegno all’invio di aiuti militari statunitensi a Israele: il 60% degli elettori si dice contrario a ulteriori finanziamenti militari. Si tratta della percentuale più alta registrata da Quinnipiac da quando ha iniziato a porre questa domanda, nel novembre 2023.
Gli elettori appaiono divisi anche quanto a simpatia tra le parti in conflitto: il 37% dichiara di sentirsi più vicino ai palestinesi, mentre il 36% esprime maggiore simpatia per gli israeliani. La differenza è minima, ma significativa: è la prima volta, dal dicembre 2001, che il sostegno agli israeliani scende così in basso e quello ai palestinesi tocca il suo massimo storico nei sondaggi Quinnipiac. “Il sostegno ai palestinesi cresce mentre la richiesta di finanziamenti militari a Israele cala drasticamente”, ha commentato Tim Malloy, analista della Quinnipiac University, nel comunicato stampa che accompagna il sondaggio.
Il tema del genocidio è al centro anche delle azioni legali internazionali. Diversi gruppi per i diritti umani, tra cui Amnesty International e Human Rights Watch, hanno accusato Israele di crimini riconducibili al genocidio, accusa però ovviamente respinta dal governo israeliano. Inoltre, le Nazioni Unite e alcune ong come Save the Children, denunciano la grave carestia in corso a Gaza.
A gennaio dello scorso anno, la Corte internazionale di giustizia (CIG) — che giudica controversie tra Stati — ha riconosciuto che il Sudafrica poteva procedere con il suo ricorso contro Israele per genocidio, e ha affermato che i palestinesi hanno “diritti plausibili alla protezione dal genocidio”.
Nel frattempo, la Corte penale internazionale (CPI) — che persegue singoli individui — ha emesso mandati d’arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, e il defunto comandante di Hamas Mohammed Deif, accusandoli di crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
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