12 Agosto 2025
Nandino Capovilla, fonte: Facebook, @Nandino Capovilla
A Nandino Capovilla, sacerdote italiano, è stato negato l'ingresso in Israele per "motivi di sicurezza e ordine pubblico". Il religioso è stato detenuto per 7 ore all'aeroporto di Tel Aviv, per poi essere fatto volare in Grecia. I motivi ufficiali non sono noti, ma molti pensano che l'espulsione dipenda dalla pubblicazione, da parte di Capovilla, di un libro denunciante il genocidio di Gaza.
Sette ore di fermo, un “diniego di ingresso” per motivi di sicurezza e il rientro forzato. È quanto accaduto a Don Nandino Capovilla, parroco di Marghera e membro storico del movimento cattolico Pax Christi, fermato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv mentre si recava in pellegrinaggio verso Gerusalemme insieme a una quindicina di persone guidate dall’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi Italia.
Il sacerdote, 63 anni, è stato bloccato subito dopo l’atterraggio e invitato a firmare un modulo intestato “Border Control Administration” con l’intestazione Decisione relativa al rifiuto di ingresso in Israele. Nel documento la motivazione ufficiale: “considerazioni relative alla sicurezza pubblica, alla pubblica incolumità o all’ordine pubblico”. Capovilla si è rifiutato di firmare e ha passato la giornata in una stanza di detenzione, descritta dai suoi amici come “una sorta di cella”.
“Sono libero – ha scritto sui social nella notte – Mi hanno fatto uscire ora. Restituiti cellulare e valigia. Tutto bene. Aspetto che se ne vadano le ultime mie due guardie per scrivervi queste righe. Volo per la Grecia stanotte”.
Il sacerdote, da anni impegnato per la pace in Medio Oriente e autore del libro Sotto il cielo di Gaza, non ha nascosto il suo pensiero sull’accaduto: “Per piacere, basta una riga per dire che sto bene. Le altre vanno usate per chiedere sanzioni allo Stato che tra i suoi ‘errori’ bombarda moschee e chiese mentre si continua a fingere sui suoi orrori”.
L’arcivescovo Ricchiuti, giunto regolarmente a Betlemme con il resto del gruppo, ha ipotizzato che il respingimento possa essere legato proprio al libro di Capovilla, che raccoglie testimonianze e racconti dalla Striscia di Gaza: “Sotto il cielo di Gaza e della Palestina intera sopravvivono persone annientate da uno scempio che ha urgenza di essere narrato”.
Per Capovilla il pellegrinaggio si è interrotto prima di iniziare. Mentre i suoi compagni hanno proseguito verso la Terra Santa, lui ha lasciato Israele su un volo notturno per la Grecia, denunciando pubblicamente l’espulsione come un atto di censura verso chi denuncia le sofferenze del popolo palestinese.
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