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Spese per riarmarsi promesse a Trump, per chi non lo dovesse fare scatteranno sanzioni o programmi rieducativi della Troika militare?

Ora, domando, che succede se i governi non raggiungeranno il target? Saranno invasi dalla Nato? O bombardati dall’America?

25 Giugno 2025

Spese per riarmarsi promesse a Trump, per chi non lo dovesse fare scatteranno sanzioni o programmi rieducativi della Troika militare?

Fonte: LaPresse

Mark Rutte ha scritto un messaggino confidenziale a Donald Trump, convinto di contare su un galateo istituzionale. Ma siccome il presidente degli Stati Uniti considera il segretario generale della Nato come un suo sottoposto, ha spiattellato il messaggio sui suoi social. Cosa ha confidato? “L’Europa pagherà il suo contributo consistente (alla Nato ndr), com’è giusto che sia, e sarà una tua vittoria. Non è stato facile ma siamo riusciti a far sì che tutti si impegnino a raggiungere il 5% del Pil”.

Rutte in sostanza ha confermato un fatto e svelato un altro. Ha confermato che i paesi europei si erano sempre defilati dal pagare l’obolo alla Nato e che ora la festa è finita perché Trump si è impuntato. Poi ha svelato che i paesi Ue si sveneranno fino al 5% del Pil per comprare (con schemi e aliquote da vedere) armi e rafforzare le infrastrutture militari. Di questo impegno formale finora nessuno sapeva nulla anzi, a dirla tutta, non erano mancate le resistenze e i dubbi, come quelli della Spagna ma anche della Slovacchia. Quindi, a meno che la Spagna non sia uscita dalla Ue, o Sanchez o Rutte stanno dicendo il falso.

Non cito la signora Von Der Leyen, la quale sembra sempre più una Vispa Teresa con l’accento tedesco: ha in mano un documento sottoscritto dai governi? O ancora una volta siamo nel solito delirio brussellese? Le dichiarazioni spingono verso questo secondo scenario: “La Ue della Difesa si è svegliata”, ha commentato. Un risveglio tipo quello del Marchese del Grillo, un risveglio a giornata bella che cominciata, un risveglio capriccioso. Che significa la Ue della Difesa? Niente: l’Unione europea non prevede alcuna “Difesa” perché - come specificheremo oltre - non vi è alcuna idea politica che ne sorregge l’esigenza, al di là dello spauracchio retorico sulla Russia in modalità offensiva contro l’Europa (la stessa Russia di cui annunciano la crisi economica e la inefficacia militare sul terreno ucraino…).

La Ue della Difesa, poi, non esiste nemmeno nei bilanci: chi dovrà adeguare i propri bilanci sono i singoli Stati e non la fantomatica Unione Europea. La Germania (paese della Von Der Leyen e del quale ha ricoperto ripetutamente l’incarico di ministro, anche di ministro della Difesa con relativi pasticci che ricordano il PfizerGate: messaggi che non i trovavano, cellulari ripuliti da sms eccetera) raggiungerà il 5% del Pil entro il 2029. Ora, domando, che succede se i governi non raggiungeranno il target? Saranno invasi dalla Nato? O bombardati dall’America? Oppure la Germania sarà autorizzata a occupare i territori ribelli? Oppure ancora finalmente saranno obbligati ad aderire al Mes militare (cosicché i dirigenti dell’ex fondo Salva Stati la smetteranno di frignare che non li vuole nessuno)?

Per ora sappiamo, grazie a Rutte, che l’Italia si indebiterà per potenziare la linea militare e - per forza di cose - per tagliare e rimodulare su fisco, welfare, sanità, scuola… Così vuole l’America, così ci impone l’Europa. Dobbiamo spendere in armamenti e infrastrutture. Ma perché? La Gran Bretagna è l’unico Paese che la Casa Bianca ha ritenuto opportuno avvisare prima dell’attacco, questo perché il Servizio segreto di Sua Maestà è uno dei più forti al mondo e in questa fase è fondamentale averlo al proprio fianco. Per il resto né la Francia né - a maggior ragione - la Germania sono stati avvisate anzitempo.

Al regime degli ayatollah conviene tenere a galla la narrazione del negoziato con la Ue ma una scelta l’ha già presa: affiancarsi alla Russia di Vladimir Putin, il quale ha già estromesso l’Europa dalla interlocuzione rispetto alla guerra in Ucraina. Come potrebbe dunque Putin accettare un ruolo di Bruxelles sull’Iran quando non lo riconosce rispetto a Kiev? Anzi, lo vede proprio come fumo negli occhi?

Secondo l’analisi di un vecchio capo del Mossad, Efraim Halevy, intervistato dalla Stampa, Israele “serve” agli Stati Uniti anche in funzione anti-Cina sia in Medio Oriente che nell’area del Mediterraneo dove Pechino ha col tempo acquisito peso e presenza strategica. Nel “suo” Mediterraneo invece l’Europa non ha mai speso particolare interesse a maturare un baricentro politico (avendo preferito un baricentro più a nord, un baricentro baltico), lasciando ai singoli governi - a maggior ragione alla Francia - libera iniziativa. L’America inoltre non ha facilitato che l’Europa lavorasse autonomamente nel suo spazio marittimo naturale, specie dopo il grande guaio commesso da Obama quando sposò l’idea di deporre Gheddafi senza pensare al dopo, cioè reiterando l’errore commesso in Iraq e in Afghanistan.

L’Europa non c’è. Dunque ci sono i singoli Stati: la Gran Bretagna, la Francia, la Germania. L’Italia avrebbe tutto l’interesse a sviluppare una trama mediterranea ma questo potrà avvenire un domani, magari nell’ambito del cosiddetto Piano Mattei. In tal senso potrebbe prendere esempio dalla Turchia, la cui forza si vede e si sente.

di Gianluigi Paragone

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