24 Giugno 2025
Giorgia Meloni ha riferito alle Camere sulla situazione in Medio Oriente e sulla difesa. La premier ha adottato la scelta dell'Alleanza atlantica di aumentare la spesa militare di ogni Stato membro dal 2% del Pil al 5%, nonostante ciò significhi chiedere una deroga al patto di stabilità e un grande impegno economico. Una decisione che rispecchia una sudditanza nei rispetti della Nato.
La premier Meloni ha iniziato il suo intervento in Parlamento dicendo: "Rispetteremo l'impegno del 5% del Pil, come richiesto dalla Nato. È un impegno importante, ma l'Italia lo rispetterà. Non lasceremo il nostro Paese esposto, debole e incapace di difendersi".
L'aumento drastico delle spese per la difesa sarà "compatibile con le altre priorità del governo, coerente con impegni presi dalla maggioranza e definite nel programma di governo". Poi ha continuato: "Senza difesa non c'è sicurezza e senza sicurezza non c'è libertà. Non può esserci benessere e prosperità. Un aumento dell'1,5% del Pil per le spese difensive in 10 anni non è distante dall'impegno preso dal governo nel 2014. Riguardo l'1,5% di soese, abbiamo ottenuto che siano gli Stati membri a decidere quali siano le minacce che ritengono di dover affrontare e quali strumenti usare. Si vis pacem, para bellum: se vuoi pace, prepara la guerra".
Riguardo ai dubbi su come mantenere il welfare e la sanità in contemporanea alle aumentate spese militari, la leader di Fratelli d'Italia ha risposto: "Resta ferma la necessità, a livello europeo, di rendere compatibili le regole del patto di stabilità con l'incremento delle spese di difesa concordate con gli alleati". Ha concluso poi il suo intervento non escludendo la possibilità di concedere l'utilizzo di basi americane in Italia, se si dovesse ritenere necessario per il conflitto fra Iran e Israele.
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