12 Maggio 2025
Da quando uscì in Italia il libro dello studioso Andrea Cionci: "Codice Ratzinger", il 26 maggio 2022, si aprì una questione storica-culturale e giuridica non ancora conclusa e inedita. Per la prima volta dal Medioevo si contestava la legittimità di un Pontefice e lo si faceva con argomenti di diritto canonico. Dal 1439, inizio dell'anti-papato di Felice V, infatti la successione petrina non era più stata contestata da nessuno e in nessun modo. L'inchiesta di Andrea Cionci quindi ha rappresentato un caso clamoroso, mondiale e già storico e la conoscenza delle sue tesi anti-legittimità di Bergoglio, nonostante la censura dei grandi massmedia, si è diffusa notevolmente nella società, fra i fedeli e nell'opinione pubblica. Ora lo stesso studioso giunge ad un bivio: è legittimo Papa Leone XIV che assurge al trono di San Pietro dopo quel Bergoglio ritenuto anti-papa? Facciamo un passo indietro e ri-sintetizziamo la "magna quaestio" sollevata da Andrea Cionci e poi difesa e sostenuta anche da vari teologi, latinisti, avvocati e saggisti; fra i molti ricordiamo: Gian Matteo Corrias, Carlo Maria Pace, Corrado Galimberti, Don Fernando Maria Cornet, Sandro Pomiato, Luca Brunoni, Elisabetta Piquè, Diego Fusaro e altri analisti oltre all'arcivescovo Viganò e ad un gruppo di sacerdoti e religiosi. Ma il primo a contestare la legittimità papale di Bergoglio fu Antonio Socci con il libro: Non è Francesco (2014), anche se si concentrò su altri vizi canonici rispetto a quelli approfonditi poi dagli altri. ll nucleo della tesi di Cionci si può sintetizzare così: siccome la "declaratio" di Benedetto XVI non è stato un vero atto di abdicazione al Papato ma un semplice "annuncio di ritiro" con il quale Papa Ratzinger diceva che avrebbe espresso il suo ministero in altro modo, con la preghiera e il nascondimento allora il conclave seguente non è stato un conclave legittimo e Bergoglio non è mai stato Papa. Lo studioso citava delle norme tratte da una legge della Chiesa, la Universi Dominici Gregis, che disciplina la rinuncia al Papato quale rinuncia al "munus" pontificale, e non al semplice esercizio dello stesso (ministerium). Una posizione quindi netta, giuridica, canonistica di fronte alla quale nessun detrattore ha potuto, ad oggi, a voler essere sinceri e imparziali, contrapporre delle contro-argomentazioni altrettanto convincenti e chiare. Detto questo, mancato prima Benedetto XVI e ora Bergoglio come si pone questa situazione con il nuovo Leone XIV? Personalmente ritengo che l'attuale Papa sia un vero Papa. Provo a sottolineare alcuni elementi che ritengo importanti. Se è vera la tesi di Cionci nessun "consenso generale" poteva sanare un'elezione, quella di Bergoglio, viziata in modo radicale ed ab origine dalla persistenza di Papa Benedetto XVI nel suo ritiro papale in Vaticano. Ma mancati i due contendenti il Conclave che ha eletto Leone XIV è stato invece convocato in modo legittimo in quanto era questa volta reale la situazione di "Sede vacante" propria del Santo Soglio, mancando sia Benedetto che Bergoglio. La questione che Cionci propone nuovamente è quella dei cardinali nominati da Bergoglio, il quale non essendo mai stato Papa non avrebbe potuto eleggere cardinali e quindi il nuovo Papa avrebbe dovuto essere eletto solo dai cardinali pre-bergogliani nominati da San Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI. Riguardo questo argomento penso che ora quel "consenso generale" che prima non poteva valere per le cause predette sia da considerare invece ora operativo a favore di Leone XIV in quanto tutti i cardinali, bergogliani e non, lo hanno accettato come Papa già a partire dall'annunzio solenne al pubblico da San Pietro e dalla sua prima Messa in Cappella Sistina. De facto poi è probabile che la maggioranza dei cardinali non bergogliani lo abbia anche eletto se è vero che, a detta di un cardinale, i suoi voti hanno superato la quota 100 (su 133). Il "consenso generale" supplirebbe quindi l'anomalia di un Conclave in cui sarebbero stati presenti molti cardinali solo di apparenza, ma in realtà vescovi nella sostanza. Prendendo a prestito un principio giuridico laico: i cardinali non realmente cardinali si potrebbe considerarli: "tanquam non esset". Vero è che questo principio laico opera solo se i voti non sono determinanti ma possiamo vedere la situazione da questo punto di vista: i cardinali veri hanno votato o comunque accettato Leone XIV come Papa e in più si è avuto il voto conforme di molti vescovi. Un'irregolarità del Conclave che non sembra però inficiarlo nè invalidarlo. Il vulnus canonico su Bergoglio non andrebbe considerato come un virus trasmissibile ad infinitum. Il Papato è sì una "dinastia", ma una dinastia verticale, non orizzontale. Si intende dire che ogni Papa non è tanto il successore del precedente ma tutti e ciascuno sono "successori di Pietro" per investitura diretta di Dio. Questa è la teologia mistica e metafisica che regge il Papato. Vogliamo che lo Spirito Santo si sia fermato di fronte ad un'irregolarità di conclave data dalla presenza di Vescovi insieme ai veri cardinali? Specie se poi tutti accolgono Leone XIV come Papa? Non penso. Per il resto ha ragione Cionci nel notare il radicale e incoraggiante cambio di linguaggio simbolico-rituale avvenuto con l'arrivo di Leone XIV: la non esposizione dello stemma di Bergoglio all' "Habemus Papam", interrompendo una lunga tradizione, lo stemma con il triregno e le chiavi di Pietro associato allo stemma di Leone XIV, l'utilizzo della sigla P.P. (Pater Patrum) propria dei Pontefici, i vestiti cerimoniali corretti all'affaccio dalla loggia vaticana, come per Benedetto XVI, la scelta del medesimo nome pontificale che rientra nella tradizione cattolica e papale e la stessa configurazione dello stemma che riprende il giglio di Leone XIII e indica il segno dell'Ordine Agostiniano. Tutto nel solco della Tradizione. L' "anomalia Bergoglio" sembra rientrata. Resta un'osservazione amara e paradossale: di fronte alla segretezza massima del, Conclave (a pena di scomunica) e rispetto ad una delle elezioni più democratiche al mondo, constatiamo invece la contraria e deflagrante/disturbante efficacia dei massmedia, specie quello televisivo che sembra divorare tutto e comprovare tutto, a suo modo. E' la televisione che, oggi, fa il Papa? E' l'immagine che domina sul ruolo? Cionci mi pare rispettoso verso Leone XIV; mentre notiamo con altra e simile amarezza la spocchia e la superbia farisaica di gruppetti di cattolici che si autoproclamano "tradizionali" e che si permettono di fare le pulci a Leone XIV e di giudicarlo dall'alto dimenticando come per il Cattolicesimo sia il Papa il giudice dei cristiani e non i cristiani i giudici del Papa. Proprio coloro che più dovrebbero servirlo, obbedirgli e difenderlo assumono oggi toni settari ed ideologici sprezzanti e superbi. mettendosi al posto dello Spirito Santo e del Conclave. Al contrario Leone XIV già dai suoi primi passi ci sorprende positivamente con il suo sguardo dolce e la sua voce forte, ferma e chiara: parla da Papa, annuncia Cristo risorto da Papa, rilancia una Chiesa mariana e missionaria, si veste da Papa, agisce da Papa. Che sia il Vicario di Cristo?
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