04 Dicembre 2024
Bush e Gorbaciov, fonte: Facebook, @Il Messaggero
L’attuale critica situazione geopolitica deriva dalla non metabolizzazione di un doppio inganno: quello che Bush senior e Michail Gorbacëv si inflissero reciprocamente. Il 1989 avrebbe dovuto inaugurare un “Nuovo Ordine” mondiale fondato sulla pace, sulla collaborazione e sulla complementarietà degli opposti geopolitici e invece già nel 1990 l’equilibrio di Yalta inizia a spezzarsi definitivamente con la prima guerra del Golfo che inaugura la nuova dissolutiva strategia americanista di quelle “guerre umanitarie” che al posto della promessa Enduring Freedom ci garantirono fino ad oggi un’assurda Enduring War! Perché? Una concausa potrebbe essere stata la non prevista velocità di implosione dell’Urss che impedì a Bush senior di continuare l’idea originaria di una compenetrazione reciproca fra sistema post-sovietico e sistema capitalista. Venendo meno l’altra polarità di collaborazione prevalse nel governo Usa la pericolosa utopia di provare a divenire non la prima ma l’unica super-potenza mondiale. Non a caso tutte le “rivoluzioni colorate” indotte dagli Usa colpirono tutti gli stati arabo-islamici di matrice laica e già in buoni rapporti con l’Urss: Irak, Libia, Siria. Il “modello afgano” che fece vincere Reagan contro l’Urss divenne il modello principale della nuova guerra asimmetrica e non convenzionale utilizzata quale strumento per cercare a tutti i costi di attuare la dottrina Brzezinski sull’accerchiamento e indebolimento della Russia. Solo così, si pensava, gli Usa sarebbero divenuti l’unica super-potenza mondiale. Quarant’anni di lotte e tensioni fra i due colossi resero miope l’Impero Usa nel prevedere il sorgere di altre potenze geopolitiche imperiali tendenti all’autonomia: la Cina e, oggi, anche la Turchia e l’Arabia Saudita. La Russia non implose in modo frammentario: il mondo sì! Forse solo l’UE con occhi postumi può essere considerata il frutto (non esaltante) dell’accordo originario buonista fra l’Impero del capitale (Usa) e l’Impero della Programmazione (Urss). Dopotutto che cosa è l’Unione “Europea” se non una sorta di Urss bancaria per pochi eletti con la Bce quale Soviet Supremo? Ma se gli Usa ingannarono l’Urss nel far credere che non avrebbero approfittato dell’implosione dell’Urss e che non avrebbero continuato nella loro lotta per l’egemonia mondiale una volta finito il regime comunista anche l’Urss non si svelò del tutto nell’accordo informale con Bush. Anzi: l’esperimento fallimentare del liberismo violento di Eltsin usato per tentare di saccheggiare e svendere le immense risorse naturali-statali russe portò in pochi anni la Russia a decidere di non rinunziare al proprio ruolo di potenza mondiale. Il tema se la Russia sia oggi ancora o no comunista, tema che ossessiona pochi tradizionalisti cattolici “fuori tempo massimo” (simili ai soldati giapponesi nascosti nelle foreste a guerra finita) è un tema fuori dal reale per un motivo semplice: come la Russia ha continuato per gli Usa ad essere vista come nemico e rivale geopolitico da distruggere anche dopo la fine del comunismo così la Russia ha continuato ad essere una potenza mondiale senza più bisogno della dottrina sovietica e comunista, ma anzi tornando internamente ad un’alleanza politico-culturale molto solida con la Chiesa Ortodossa russa. Una sintesi hegeliana efficace e radicalmente ribaltante! Chiedersi se in Russia ci sia ancora o meno il comunismo senza vedere che il mondo della produzione economica è dominato dalla Cina è come lamentarsi del pericolo di Cartagine quando i Tartari sono alle porte! Solo in questo mi sembrano simili Russia e Cina: internamente seguono canoni culturali e ideali che rinunciano ad esportare esternamente ma che gli permettono quella coesione che è premessa della proiezione. E’ quindi la dottrina Brzezinski che ha portato gli Usa a sposare la teoria della “guerra senza limiti” a livello mondiale giocando il fattore “kaos” contro il fattore “Russia” quale potenza statale e sovranazionale. Questa logica ha destabilizzato il mondo impedendo la formazione di una nuova Yalta di cui il mondo ha bisogno per stabilizzarsi. Ora con il prossimo insediamento di Trump gli Usa hanno l’occasione storica di realizzare questa nuova Yalta multipolare e allargata che permetta una de-escalation mondiale e che deve oggi includere ovviamente anche la Cina e altre potenze in crescita. Il fallimento del modello afgano in Ucraina per l’eccessiva differenza di fattori territoriali, culturali, storici, psicosociali non deve farci però pensare che l’Ucraina perda di importanza a livello geopolitico, anzi. Sarà sempre importante sia per le proprie risorse che quale laboratorio di governance e quale faglia di reciproca delimitazione. Possiamo dire inoltre che l’Ucraina diventerà il nuovo modello culturale europeo a livello di difesa militare per l’Europa nord-centrale in funzione di contenimento dell’espansione russa. Fa sorridere sentire giornalisti, politici ed “esperti” parlare del pericolo dell’“avanzata russa” come se si trattasse di una minaccia territoriale all’Occidente e come quindi fossimo ancora al tempo della prima guerra mondiale. Devono proprio rileggersi “Guerra senza limiti” di Liang Qiao e Xiangsui Wang, opera fondamentale per il prossimo futuro…La guerra è già scoppiata (dal 1990) e non ha confini né forme; è ovunque. Ci vuole una nuova Yalta…
Di Giacomo Maria Prati.
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