Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Escalation USA-Russia, in attesa di Donald Trump, Biden cerca di frenare l'avanzata di Putin

Mosca cambia la dottrina nucleare e sfoggia il nuovo missile Oreshnik, mentre Washington si prepara alla transizione presidenziale con molti punti interrogativi

28 Novembre 2024

Usa, Biden si ricandida: annunciata la corsa per un secondo mandato alla Casa Bianca

Joe Biden, fonte: Imagoeconomica

Mancano meno di due mesi all'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, e l'amministrazione di Joe Biden si sta preparando. Sapendo che il Tycoon intende aprire le trattative con Mosca al più presto, il presidente uscente vuole evitare che Putin arrivi al tavolo dei negoziati in una posizione di forza. Per questo ha superato le reticenze precedenti e ha deciso di permettere a Kiev di utilizzare i missili ATACMS, con una gittata di circa 300 km, per colpire dentro il territorio russo.

Le preoccupazioni sono ampie in merito a questa mossa. Ci sono voci all'interno degli stessi Stati Uniti che temono un aumento delle tensioni pericoloso, un'escalation che ci porti sull'orlo di un conflitto diretto tra le due grandi potenze, con il rischio di avvicinarsi all'utilizzo delle armi nucleari.

Appena due giorni dopo il disco verde di Biden in merito agli ATACMS, Putin ha annunciato il cambiamento della dottrina nucleare della Russia. La modifica era in preparazione dal mese di settembre, proprio in anticipazione della decisione degli USA e del Regno Unito di autorizzare gli attacchi sul suolo russo con i loro missili. Ora Mosca afferma il diritto di utilizzare le armi atomiche per rispondere a un'aggressione anche di natura convenzionale che "sollevi minacce critiche per la sovranità e l'integrità territoriale della Russia".

È evidente che Putin vuole fermare sul nascere ogni pensiero di "cambiamento di regime" ventilato sul lato occidentale, idea fantastica che tuttavia è stata proposta più volte da rappresentanti dei paesi NATO negli ultimi due anni e mezzo, dall'inizio della guerra in Ucraina.

Inoltre, la Russia ha sfoggiato un nuovo missile, l'Oreshnik (nocciolo), colpendo un impianto militare a Dnipro in risposta all'utilizzo degli ATACMS. Si tratta di un missile balistico a medio raggio che vola a più volte la velocità del suono. Secondo Putin, "i sistemi moderni di difesa aerea che esistono nel mondo e le difese antimissilistiche create dagli americani in Europa non possono intercettare tali missili".

Alcuni analisti militari occidentali minimizzano, ma è indubbio che Mosca senta la necessità di rispondere in modo netto e ristabilire una forma di deterrenza che l'amministrazione americana non sembra più rispettare. È da tempo, infatti, che a Washington si sostiene che le minacce di Putin siano parole vuote, e quindi che Biden debba abbandonare la cautela mostrata finora, che ha dettato l'approccio graduale alla fornitura dei sistemi militari avanzati.

Il presidente sembra aver deciso che il momento di debolezza delle forze ucraine richieda un sostegno maggiore da parte degli USA, proprio perché presto si potrebbe cominciare a discutere di una soluzione negoziata. Putin sa bene che, se arrivasse alle trattative mentre gli ucraini controllano ancora una parte del territorio russo – nella zona di Kursk – potrebbe essere costretto a fare concessioni importanti, a partire da alcuni pezzi del Donbas. Per questo ha intensificato la controffensiva, anche con l'arrivo delle truppe nordcoreane, secondo l'intelligence occidentale.

I russi stanno avanzando anche lungo il fronte in Ucraina, e per questo Biden ha deciso di fornire pure le mine antiuomo, nella speranza di mantenere lo status quo prima di arrivare alle trattative.

Nel frattempo, dietro le quinte, la squadra di Trump invita Putin a evitare l'escalation, ma la Russia non si fida completamente di Trump. Lo considerano certamente più propenso a trattare, ma durante il suo primo mandato le relazioni sono peggiorate piuttosto che migliorate. Ed è stato Trump stesso ad annunciare il ritiro degli Stati Uniti dal trattato INF nell'autunno del 2018. Quel accordo avrebbe coperto proprio il nuovo Oreshnik russo.

Vivremo settimane delicate, l'esito delle quali promette di avere un impatto significativo sulla possibilità di raggiungere o meno un congelamento rapido del conflitto una volta insediato il Tycoon.

di Andrew Spannaus

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x