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Gaza, Idf verso ammutinamento: "Netanyahu uccide innocenti per prolungare guerra e rimanere al potere" - La lettera di 130 soldati

I soldati nella lettera: "Molti civili sono stati uccisi dai bombardamenti dell'Idf, molti di più di quelli che sono stati salvati nelle operazioni militari"

18 Ottobre 2024

Gaza, Idf verso ammutinamento: "Netanyahu uccide innocenti per prolungare guerra e rimanere al potere" - La lettera di 130 soldati

Con una lettera aperta, inviata al ministro della Difesa israeliano Gallant, 130 riservisti israeliani hanno dichiarato il rifiuto di partecipare alla guerra. Una guerra che secondo loro "non è condotta per difendere Israele e liberare gli ostaggi, Bibi vuole prolungare a oltranza il conflitto per restare al potere ed evitare i processi nei quali è coinvolto". Inoltre i soldati denunciano il fatto che a gaza "non vengano uccisi solo terroristi, ma tantissimi civili e anche molti ostaggi". Per loro combattere a Gaza significa "sottoscrivere la condanna a morte" degli ostaggi e i raid rappresentano una "sentenza capitale".

Gaza, soldati Idf: "Non vogliamo uccidere né morire per scopi diversi dalla sicurezza di Israele e dal rilascio degli ostaggi"

Il soldato Dan Eliav, riservista di Sde, ha spiegato quali sono i motivi che hanno portato 130 uomini dell'esercito israeliano ad inviare una lettera a Gallant annunciando il loro rifiuto di continuare a combattere a Gaza.

"Non siamo più disposti a uccidere e a morire per scopi diversi dalla sicurezza di Israele e dal rilascio degli ostaggi. In questo momento i soldati e combattenti israeliani perseguono degli obiettivi che non sono più di sicurezza o di difesa del Paese, ma obiettivi politici. Vede, Idf, come chiamiamo il nostro esercito, è un acronimo che significa “l’esercito per la difesa di Israele”, ma abbiamo perso il significato delle ultime parole: “Difesa di Israele”.Il servizio militare in Israele è basato su un’etica morale, dura tre anni e in questo periodo di tempo impariamo a rispettare alcuni principi che sono: non lasciare nessuno indietro, avere fiducia reciproca, combattere con professionismo, essere coraggiosi, ma mai crudeli, usare la forza se necessario. Quello che sentiamo è che questi valori in cui crediamo come soldati e come israeliani non sono più rispettati. Non ci sono ragioni per continuare i combattimenti. È il momento di trovare un accordo diplomatico per il ritorno degli ostaggi".

"Io ero esonerato, perché ho 63 anni, ma ho fatto di tutto per tornare in campo e quindi ho indossato di nuovo l’uniforme come volontario. Io ero fuori dall’esercito da un po’ ma mi sono subito chiesto cosa potevo fare per aiutare il mio popolo, mi sono arruolato il giorno dopo nella Guardia di sicurezza. All’inizio aveva un senso, poi mano a mano che diventava palese la distruzione massiccia della Striscia di Gaza e dopo l’accordo di novembre ho capito che lo scopo era diventato la sopravvivenza di questo governo".

Soldato Idf contro l'uccisione di civili: "Bisogna separare chi va colpito e chi è innocente, ma il governo è contro tutta Gaza, non solo contro Hamas"

"È comodo pensare che tutti siano colpevoli, ma è solo una posizione populista che non coincide con la realtà. Parte dell’essere un soldato professionista è essere capaci di separare chi va colpito e chi è innocente. Penso che sia una scusa che il governo usa per giustificare il tipo di reazione di Israele, contro tutta Gaza, non solo contro Hamas".

"Bibi vuole prolungare a oltranza il conflitto per restare al potere ed evitare i processi"

Il soldato ritiene che la guerra a gaza stia andando avanti non per la sicurezza di Israele e per la liberazione degli ostaggi, ma per altri due motivi. "In questo momento credo che si sommino due elementi - ha spiegato - gli interessi personali del primo ministro Netanyahu e le idee di alcuni suoi partner di governo, estremisti religiosi che vogliono creare un Paese diverso, una grande Israele, o meglio una grande Giudea. Bibi vuole prolungare a oltranza il conflitto per restare al potere ed evitare i processi nei quali è coinvolto".

I 130 soldati contro Netanyahu rischiano fino a 1 anno di carcere 

"Vorrei sottolineare che questa lettera non è contro l’esercito, è contro questo governo. L’esercito è uno strumento in mano al governo", ha spiegato Eliav. "Stavolta stiamo ricevendo più appoggio da colleghi che magari non aderiscono o non firmano, ma ci dicono di condividere le nostre posizioni in privato. Tuttavia è ancora poco. Un paio di settimane fa ho partecipato a una protesta, abbiamo bloccato per sette ore la strada davanti alla casa del premier. Anche in quell’occasione speravamo ci arrestassero. Eravamo 150 persone e ci siamo detti se ci arrestano l’opinione pubblica non lo può ignorare. Abbiamo bisogno che le persone si sveglino".

I soldati firmatari sono consapevoli del fatto che rifiutandosi di combattere potrebbero rischiare fino a 1 anno di carcere, ma loro non vogliono retrocedere.

La lettera dei 130 soldati: "A Gaza gli ostaggi uccisi dai bombardamenti dell'Idf sono molti di più di quelli che sono stati salvati nelle operazioni militari"

I 130 soldati rifiutano di combattere a Gaza per non "sottoscrivere la condanna a morte" degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. La continuazione dei combattimenti nella Striscia rappresenta una "sentenza capitale" per i 101 ostaggi ancora nell'enclave palestinese.

"E' chiaro che la continuazione della guerra a Gaza non solo ritarda il ritorno degli ostaggi ma mette anche in pericolo la loro vita", si legge nella lettera. "Molti sono stati uccisi dai bombardamenti dell'Idf, molti di più di quelli che sono stati salvati nelle operazioni militari".

"Noi, che abbiamo servito e continuiamo a servire con dedizione, rischiando la vita, annunciamo che se il governo non cambia immediatamente rotta e non si adopera per raggiungere un accordo per riportare a casa gli ostaggi, non saremo in grado di continuare a combattere", prosegue il testo.

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