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Texas, arrestati il signore della droga 'El Mayo' e il figlio di 'El Chapo' per produzione e traffico di stupefacenti, omicidio e riciclaggio di denaro

Co-fondatore del cartello Sinaloa e con una taglia USA di 15 milioni sulla testa, Ismael Zambada García, detto El Mayo, era latitante da decenni. Preso anche Joaquin Guzman Lopez, figlio di El Chapo

26 Luglio 2024

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Texas, arrestati il signore della droga 'El Mayo' e il figlio di 'El Chapo' per produzione e traffico di stupefacenti, omicidio e riciclaggio di denaro

Nella notte fra giovedì 25 e venerdì 26 luglio, sono stati arrestati negli Stati Uniti due dei boss al vertice del cartello di Sinaloa, una delle più grandi organizzazioni al mondo per il traffico di droga: fondato alla fine degli anni Ottanta dopo il collasso del cartello di Guadalajara, negli anni Novanta e nei primi Duemila si scontrò in maniera particolarmente violenta con altri gruppi criminali messicani, riuscendosi ad affermare come la principale organizzazione coinvolta nel narcotraffico soprattutto verso gli Stati Uniti e l’Europa. Per quanto riguarda i capi presi in custodia dagli Stati Uniti a El Paso (cittadina al confine con il Messico, in Texas), si tratta di Ismael Zambada García, detto 'El Mayo', che più di 30 anni fa aveva fondato l’organizzazione con il più noto 'El Chapo' e uno dei figli di quest’ultimo, Joaquín Guzmán López (omonimo del padre).

L’inganno e il possibile accordo tra la DEA e Guzmán-López

Una fonte del Dipartimento della Sicurezza interna americano, ha svelato al Washington Post che l’operazione è considerata dalle forze dell’ordine statunitensi come una delle più riuscite nella lotta contro i cartelli messicani dall’arresto di 'El Chapo' nel 2016 ed è stata portata a termine grazie ad un tranello o ad un accordo con Guzmán, ma non è chiaro quali potenziali benefici potrebbe ricevere la sua famiglia: Zambada sarebbe stato convinto con l’inganno ad imbarcarsi su un volo privato diretto verso gli Stati Uniti, riferisce il giornale americano, senza fornire al momento ulteriori dettagli. In particolare Joaquín Guzmán potrebbe averlo fatto per suo fratello Ovidio Guzmán López, arrestato il 5 gennaio dell’anno scorso. Una volta giunti a destinazione a El Paso, in Texas, si sarebbero consegnati senza opporre resistenza alla Drug Enforcement Administration (DEA) e alla polizia texana.

Una taglia da 15 milioni

Anche i media messicani hanno riportato che i due si sono arresi volontariamente alle autorità. Il cofondatore e capo del cartello di Sinaloa Zambada, dovrà affrontare molteplici accuse negli USA, tra cui produzione e traffico di cocaina, eroina, metanfetamine e fentanyl, nonché omicidio e riciclaggio di denaro. Non sono stati forniti dettagli sulla detenzione. La DEA statunitense aveva offerto una ricompensa fino a 15 milioni di dollari per qualsiasi informazione utile alla cattura del settantaseienne Zambada: una taglia che superava anche i 10 milioni di dollari offerti per Nemesio 'El Mencho' Oseguera, capo del cartello rivale Jalisco New Generation.

La piaga del Fentanyl

Il cartello di Sinaloa si occupa principalmente del traffico di cocaina ma anche di metanfetamine, eroina e soprattutto fentanyl, un oppiode sintetico che da anni negli Stati Uniti crea enormi problemi di salute pubblica: "Il fentanyl è la droga più mortale che abbia mai minacciato il Paese e il Dipartimento di Giustizia non si fermerà finché ogni leader dei cartelli responsabile per avvelenare la comunità sarà fermato", ha dichiarato il procuratore generale Merrick Garland a seguito dell’arresto. Negli ultimi anni, nel paese le morti legate al consumo di cocaina sono aumentate: la ragione principale è che, nella maggior parte dei casi, il taglio della sostanza avviene proprio con il fentanyl, i cui effetti particolarmente potenti rendono facile andare in overdose, anche inavvertitamente.

Un leader furbo e sfuggente

Ismael 'El Mayo' Zambada García ha fondato il cartello di Sinaloa insieme a 'El Chapo', ma, a differenza della maggior parte dei membri dei cartelli messicani, non era mai finito in carcere prima d’ora: "Era il più attento tra tutti loro", ha detto al Washington Post John Callery, veterano della DEA in pensione che ha cercato 'El Mayo' e altri capi del cartello di Sinaloa come responsabile di divisione sul campo a San Diego. "Non avrei mai pensato che il vecchio avrebbe mai lasciato il Messico per nessun motivo", le parole dell’agente, che ha aggiunto: "Ci sono state così tante operazioni per cercare di prenderlo in passato, ed è sempre stato molto intelligente, molto sfuggente". "Era una leggenda", concorda John Feeley, ex ambasciatore degli Stati Uniti con esperienza in Messico. Zambada era così sfuggente, ha detto Feeley, "che ne sentivamo parlare solo a sussurri". Meno famoso de 'El Chapo', Zambada era il boss alla pari che fungeva da capo delle operazioni dell’organizzazione nei primi anni del cartello. Secondo Callery, 'El Mayo' soffrirebbe di diabete ed non sarebbe in condizioni di salute ottimali, ma rimane sempre il 'padrino' nel mondo della droga messicano, capace di mediare e mantenere fragili accordi tra gruppi in guerra. Noto per aver mantenuto sempre un profilo basso e per aver evitato lo stile di vita appariscente di altri signori della droga ai quali era sopravvissuto, i suoi figli Ismael e Vicente, insieme a suo fratello Jesus 'El Rey' Zambada, sono stati tutti arrestati ed estradati negli Stati Uniti diversi anni fa con le medesime accuse. Eppure, lui non era mai stato preso, forse grazie alle sue maggiori connessioni con la politica messicana. Guzman Lopez, invece, è il figlio di El Chapo ed è ai vertici del cartello insieme ai suoi fratelli dopo che il padre è stato estradato negli Stati Uniti nel 2017.

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