27 Giugno 2024
Cina (Pixabay)
"Raccogliere le forze per costruire un Paese forte" è lo scopo di una legge attuata dal governo cinese lo scorso gennaio per promuovere un'istruzione patriottica. Non abbastanza forte, però, è stata la voce degli studenti di due scuole di Hong Kong che, con i loro canti "deboli, deboli", non sono risultati abbastanza esultanti nell'intonare l'inno cinese. A quanto pare, l'ex colonia britannica e attuale regione autonoma speciale della Repubblica Popolare Cinese, nota per le repressioni subite dai movimenti pro-democrazia nel 2019, non sembra istruire con abbastanza fervore le giovani leve. Tanto che le voci fievoli degli scolaretti risultano, di fatto, essere contro la legge.
Si parla di una legge introdotta nel 2020 dal governo cinese, che impone ad aziende e scuole di includere nel loro programma la cosiddetta istruzione "patriottica". Sebbene il termine sia piuttosto generico, anche simili prestazioni canore fanno parte del corollario di pratiche che dimostrano fedeltà e obbedienza alla leadership e ideologia del Partito Comunista Cinese. "Unificare i pensieri" è lo scopo della legge secondo Pechino. Così, gli studenti della scuola primaria della Chiesa luterana di Hong Kong e Macao sono stati incoraggiati ad innalzare le voci. Invece, alla scuola secondaria dell'ospedale Yan Chai Lim Por Yen, sono stati ripresi gli insegnanti, a cui è stato chiesto di "aiutare gli studenti a sviluppare l'abitudine di cantare l'inno nazionale ad alta voce all'unisono".
Il Partito comunista presta molta attenzione agli aspetti culturali ed educativi, specie in territori dal passato non conforme al resto del suolo cinese. Specie in una Hong Kong post riforma elettorale patriottica, che ha seguito la repressione delle grandi proteste del 2019 e l'introduzione della legge di sicurezza nazionale nel 2020. Le valutazioni sono state frutto di un'ispezione in venti scuole primarie e secondarie. Sono, inoltre, state condotte accurate interviste al personale didattico e ai genitori dei bambini e minori iscritti. Sono sei le scuole che non hanno soddisfatto gli ispettori cinesi e a cui è stato richiesto di rafforzare il programma di studi incentrato sull'educazione patriottica.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia