Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Von der Leyen entra Papa in conclave, Ursula cerca l'appoggio dei partiti ma la conferma non è scontata

E qui le strade sono due: o i Verdi (53 seggi), con i quali provare a rilanciare il Green Deal e le altre «eco-follie» (copyright Meloni-Salvini) dello scorso quinquennio, o i conservatori di Ecr guidati dalla premier italiana, vincitrice indiscussa del voto dello scorso weekend

11 Giugno 2024

Ursula Von der Leyen entra Papa in conclave

Von der Leyen, fonte: imagoeconomica

Saggezza popolare vuole che «chi entra papa in conclave, ne esce cardinale». Di popolare, in questo caso, c’è la presidente uscente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Scelta come Spitzenkandidatin per la successione di se stessa dal Partito popolare europeo, confermatosi primo partito in Ue con 185 seggi, la numero uno di Palazzo Berlaymont dovrà faticare non poco per ricostruire la versione aggiornata della famigerata «coalizione Ursula»: già annunciato il confronto con i socialisti (secondi con 134 seggi), von der Leyen dovrà riconquistare la fiducia dei liberali di Renew Europe (terzi con 79 eurodeputati) e blindare la maggioranza con il supporto di una quarta gamba.

Meloni quarta gamba della «coalizione Ursula»?

E qui le strade sono due: o i Verdi (53 seggi), con i quali provare a rilanciare il Green Deal e le altre «eco-follie» (copyright Meloni-Salvini) dello scorso quinquennio, o i conservatori di Ecr guidati dalla premier italiana, vincitrice indiscussa del voto dello scorso weekend.

Non tutti i potenziali partner, tuttavia, paiono d’accordo, a cominciare da Renew Europe. A dispetto della sonora batosta maturata nelle urne complice la valanga lepenista in Francia e la lite tra i «parenti serpenti» italiani Matteo Renzi e Carlo Calenda, la famiglia liberale di Emmanuel Macron ha già posto il veto all’ipotesi di alleanza con Ecr (ancor più se integrata da Viktor Orbán) sospendendo il giudizio sul sostegno a von der Leyen in attesa di conoscerne il programma.

Sherpa in campo

E mentre, a urne ancora calde, Vladimir Putin si bea della débacle dell’inquilino dell’Eliseo e del collega tedesco Olaf Scholz, i partiti mandando in campo gli sherpa. E che sherpa: il Pse sceglie il presidente spagnolo Pedro Sanchez e il cancelliere socialdemocratico, il Ppe schiera il premier polacco Donald Tusk e l’omologo greco Kyriakos Mitsotakis. Starà a loro incominciare a tessere la tela delle trattative per la scelta dei nuovi vertici di Commissione, Consiglio, Parlamento e Alto Rappresentante.

Sfuma l’ipotesi Draghi

La prima occasione utile per un confronto sarà la cena informale in programma lunedì 17 giugno a Bruxelles tra i 27 capi di Stato e di governo: sul tavolo, oltre alla lista dei vini, ci sarà quella dei nomi. Nell’ultima versione, sembra essere sparito quello di Mario Draghi: se da un lato la proposta dell’ex premier non ha mai scaldato i cuori, dall’altro la sconfitta interna di Macron, suo principale sponsor, rischia di mettere una pietra tombale sulla sua possibile nomina a presidente del Consiglio Ue. Per provare a convincere i tanti indecisi, il 27 giugno l’ex banchiere centrale illustrerà al Consiglio il suo attesissimo rapporto sul futuro della competitività europea, ma la strada si preannuncia decisamente in salita.

Da Berlino a Lucerna passando per Borgo Egnazia

E occasioni di confronto non mancheranno certo nei giorni a venire: dalla conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina in al via l’11 giugno a Berlino a quella per la pace in Ucraina in programma sabato 15 e domenica 16 a Lucerna. Passando, ça va sans dire, dal G7 dei grandi della Terra che si aprirà mercoledì 13 a Borgo Egnazia. Certo, lì i temi in cima all’agenda saranno di tutt’altra natura e importanza. E tuttavia la presenza di Ursula von der Leyen e Charles Michel in qualità di rappresentanti dell’Ue servirà da promemoria in vista del fitto calendario di appuntamenti europei che si aprirà all’indomani della conclusione del summit in terra messapica.

La permanenza tra le mura del prestigioso resort nel cuore di Savelletri contribuirà poi a rinsaldare quel legame tra Giorgia e Ursula sfilacciatosi durante la campagna elettorale. La cautela dei Fratelli d’Italia sull’ipotesi di un von der Leyen bis (che stride con la contrarietà di Matteo Salvini, ma fa rima con la prudenza di Antonio Tajani) sembra avvalorare la tesi. Forte del risultato di domenica – celebrato con birra italiana e tiramisù (una strizzata d’occhio al made in Italy?) – von der Leyen si prepara così a entrare in conclave con un rinnovato slancio: il suo nome è tornato fra i papabili, ma attenzione alla saggezza popolare. 

Di Angelo Ciardullo.

Fonte: Milano Finanza

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x