07 Aprile 2024
Poche ore fa i residenti della comunità hippy autogestita “Christiania”, nel cuore di Copenaghen, hanno iniziato a smantellare la “Pusher Street” celebre (in particolar modo) per la vendita di marijuana. La compravendita di essa, illegale per uso ricreativo in Danimarca, qui è tollerata da un cinquantennio grazie ad un particolare status giuridico riconosciuto al quartiere. O almeno lo era, formalmente, fino a ieri. Negli ultimi anni lo stato, in buona parte anarchico, di cui gode “Pusher Street” ha inasprito gli episodi di violenza nei confronti degli abitanti. Una portavoce del gruppo stampa di Christiania ai microfoni della BBC ha dichiarato: 'Siamo molto stanchi delle persone che dicono che Pusher Street è Christiania. Non lo è. Sebbene sia illegale in Danimarca, la cannabis è stata venduta apertamente a Christiania per decenni. Ma molti dei venditori locali originali sono stati spinti via, mentre bande organizzate hanno preso il controllo'. Negli ultimi tre anni, si sono verificati una serie di accoltellamenti e sparatorie mortali. L’estate scorsa, infatti, un ragazzo di 30 anni è stato ucciso durante una sparatoria, che ha provocato pure quattro feriti. E quell’episodio è apparso come la goccia che ha fatto traboccare il vaso, con la conseguente richiesta di aiuto alle autorità danesi. Nel 1971 un gruppo di hippie anarchico occupa un’ ex base militare abbandonata, e proclama una forma di autogoverno autonomo che prevede, anche, il libero commercio della cannabis. Cosi che nasce Christiania, situata in uno dei quindici distretti di Copenaghen: Christianshavn. Niente leader, ma decisioni prese per consenso in riunioni di comunità. Lo Stato danese ha accettato queste regole come esperimento sociale, conferendo alla comunità uno status giuridico ufficiale.
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