23 Marzo 2024
Maria Zakharova foto @imagoeconomica
"Ci sono reazioni a ciò che è accaduto al Crocus che sollevano più interrogativi. Questo riguarda certamente i commenti di Washington, che ha affermato di non aver visto segni di un coinvolgimento degli ucraini nell'attacco terroristico". Parte subito in "quinta" la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, puntando chiaramente il dito contro Usa e Ucraina. Sono passati pochi minuti dal sanguinario attentato alla sala concerti Crocus City Hall, i soccorsi nelle fasi iniziali, il numero delle vittime ancora incerto che subito arriva la prima dichiarazione del portavoce del ministro Lavrov, la Zakharova attraverso i canali di Rossiya-24.
"Cosa spinga i funzionari di Washington a trarre conclusioni nel bel mezzo della tragedia sul mancato coinvolgimento di qualcuno è una bella domanda", insinua. "Se gli Stati Uniti o qualsiasi altro paese hanno prove affidabili a questo proposito, dovrebbero immediatamente condividerle con la parte russa. Se non ci sono tali prove, allora né la Casa Bianca né nessun altro è in grado di postulare l'innocenza di qualcuno", rincara la dose la portavoce che indirizza chiaramente i sospetti contro gli Usa. La versione del Cremlino secondo cui, Kiev sarebbe coinvolta nell'attentato, avendo avuto rapporti con i fondamentalisti islamici in chiave anti-russa, non cambia neanche dopo la notizia dell'arresto di 11 sospettati, di cui 4 presunti terroristi coinvolti direttamente nella mattanza.
Anche dopo la rivendicazione dell'Isis e l'arresto, nella notte, di 11 sospettati di cui 4 sarebbero i terroristi coinvolti attivamente nella sanguinosa sparatoria di Mosca, la versione del Cremlino non cambia: Kiev sarebbe coinvolta nell'attentato, avendo avuto rapporti con i fondamentalisti islamici in chiave anti-russa, tanto da essere diventata, per mano dell'Occidente, i un centro di terrorismo in Europa, sottolineando come gli Usa e "il loro ambiente politico e informativo" abbiano collegato i terroristi "che hanno sparato a persone al Crocus City Hall con le organizzazioni terroristiche vietate dell'Is (Stato Islamico)". "Ora sappiamo in quale Paese questi sanguinari bastardi hanno pianificato di nascondersi dalla persecuzione: l'Ucraina. Lo stesso Paese che, per mano dei regimi liberali occidentali, si è trasformato in dieci anni in un centro di diffusione del terrorismo in Europa, superando in estremismo anche il Kosovo".
Qualche ora dopo si è saputo che il 7 marzo scorso i ministri degli Esteri americani e inglesi, oltre che alla nostra Farnesina, avevano allertato i rispettivi connazionali presenti a Mosca dal partecipare ad eventi pubblici molto affollati proprio a causa del "rischio di attentato imminente" nella capitale russa.
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