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La memorabile intervista del giornalista britannico Piers Morgan al chirurgo e comico egiziano Bassem Youssef

"Trattare con Israele è così difficile… è come avere una relazione con uno psicopatico narcisista. Ti fa incazzare e poi ti fa pensare che sia colpa tua”

01 Novembre 2023

La memorabile intervista del giornalista britannico Piers Morgan al chirurgo e comico egiziano Bassem Youssef

Fonte: Screenshot

SCRITTI BELLICI

“Combattiamo contro animali umani” (Yoav Gallant, Ministro della Difesa israeliano).

“Gli ebrei sono indubbiamente una razza, ma non sono umani” (Adolf Hitler).

"Noi siamo il popolo della luce, loro quello delle tenebre" (Benjamin Netanyahu).

Letteralmente nauseato dalle esternazioni razziste dei due succitati eletti (il popolo ebraico è “eletto” in quanto si tratta dell’unico popolo a cui Dio si è rivelato, almeno secondo una delle interpretazioni della Bibbia data dai rabbini), ho smesso di scrivere per un paio di giorni. Fino a questa mattina, la mia naturale moderazione mi aveva trattenuto dal citare Adolf Hitler, o paragonare nazismo e sionismo.

Poi, quando ieri sera ho avuto la prova definitiva che i media mainstream, i social media e persino i motori di ricerca cancellano tutto il materiale filopalestinese, la rabbia è esplosa.

Volevo condividere la memorabile intervista del giornalista britannico Piers Morgan al chirurgo e comico egiziano Bassem Youssef e mi è stato impedito. Per fortuna, l’ho ascoltata attentamente e l’ho salvata. Non conoscevo Youssef e – prima di ascoltarlo - non potevo certo immaginare che la sua disamina della questione palestinese sarebbe stata la più efficace, la più geniale mai ascoltata. Sposato con una palestinese, Youssef inizia raccontando che i parenti di sua moglie (zii e cugini) sono a Gaza sotto le bombe e non se ne ha notizia da tre giorni. Parenti che lui non ha mai conosciuto, prima di tutto perché con il passaporto palestinese lasciare Gaza è estremamente difficile, poi perché il reddito medio nella Striscia di Gaza è di circa 4 dollari USA al giorno pro capite.

Quindi, in risposta alla domanda: “Qual è la tua reazione a quanto è accaduto il 7 ottobre?”, del tutto inaspettatamente inizia a scherzare: “Sai, quei palestinesi sono molto drammatici: ah, Israele ci sta uccidendo... Ma non muoiono mai. Sai, sono molto difficili da uccidere. Sono persone molto difficili da uccidere.” Mostra il grafico delle morti: da un lato quelle israeliane, dall’altro quelle palestinesi: “Fluttua come il cambio delle criptovalute. Qual è il tasso di cambio della vita umana oggi? Un morto israeliano ogni 27 morti palestinesi? … Voglio dire qual è il tasso di cambio che vi farebbe felci?” Piers Morgan domanda: “Se tu fossi Israele, cosa faresti? Quale sarebbe la tua risposta?” e Youssef: “Farei esattamente come ha fatto Israele. Ucciderei quante più persone possibile, dato che il mondo me lo permette”. E da solo si pone la domanda: “Condanno Hamas? Certo, condanno Hamas. Hamas è l’origine di tutti i mali. Immaginiamo per un istante un mondo senza Hamas. Come sarà questo mondo? Diamo un nome a questo mondo e chiamiamolo Cisgiordania. Hamas non ha alcun controllo sulla Cisgiordania. Dall’inizio di quest’anno al mese di agosto, 37 bambini palestinesi sono stati uccisi. Nessun festival musicale, nessun parapendio, niente Hamas. Dall’occupazione della Cisgiordania sono stati uccisi 7.000 palestinesi. E potrei andare avanti. Il fatto è che non c’è niente di nuovo. Cioè guardo la Storia e vedo – mi dispiace dirlo – che gli Occidentali si sono sempre comportati in questo modo con le popolazioni locali. Prima li trattate come selvaggi (i nativi americani, gli aborigeni…) sono selvaggi, uccidiamo tutti i selvaggi! Poi, quando sono quasi estinti, iniziate a sentirvi dispiaciuti – come con gli animali – quando sono quasi estinti”. Qui il colpo di genio del comico: “Questa forse è la soluzione: uccidere quanti più palestinesi possibile in modo che i pochi rimasti non ti diano fastidio, così diventerai un ambientalista e farai una campagna per preservarli”. E continua: “Non vedo lo scopo dei bombardamenti israeliani. Mi stai dicendo che lo scopo è fare pressione sulla comunità palestinese di Gaza affinché si rivolti contro Hamas. E’ così?” Piers Morgan cade nella trappola: “Esatto”. Youssef lo demolisce: “Questo è esattamente ciò che fanno le organizzazioni terroristiche. Non avendo alcuna possibilità di vincere in battaglia, uccidono e terrorizzano i civili per diffondere paura e terrore… Tu hai appena equiparato Israele all’ISIS”. Morgan nega, ma è al tappeto e non vede l’ora di chiudere il collegamento con lo scomodissimo ospite, Ma Youssef ha un nuovo colpo di genio: si mette nei panni di un colono israeliano e pone domande scomode a Benjamin Netanyahu: “Signor Benjamin Netanyahu, ho votato per lei perché ci ha promesso pace, prosperità e sicurezza. Il 7 ottobre quei figli di puttana di Hamas hanno bucato una linea di difesa che è presidiata pesantemente: di solito, se c’è anche una sola colomba che si avvicina, viene abbattuta. Quelle persone sono entrate (in Israele) e sono rimaste indisturbate per sei ore prima che le forze dell’esercito israeliano venissero schierate, uccidendo i nostri amici, le nostre famiglie, rapendo le nostre nonne e i nostri bambini. Voglio chiederLe, Signor Primo Ministro, dopo che Lei ha spaccato la società israeliana, ha fottuto i nostri Tribunali e la Corte Suprema, cosa sta facendo coi soldi che le vengono dati dagli Stati Uniti? Inoltre, Lei sta bombardando a tappeto Gaza, senza alcun riguardo per i nostri ostaggi. Ho sentito dire, nel Kibbutz, che lo stareste facendo per spingere i palestinesi nel Sinai. Poi ho visto un’intervista con Danny Ayalon, il Suo principale consigliere, già Ambasciatore d’Israele negli Stati Uniti e sa cosa ha detto, Signor Primo Ministro? Che la soluzione per quei palestinesi è spostarsi nel Sinai… Come mai il Governo israeliano sta scambiando vite umane per un altro pezzo di terra?”. Finisce con una considerazione memorabile: “Israele fa sempre la vittima. Non ho mai visto una vittima mettere sotto assedio il suo oppressore 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Israele vuol farci credere di essere la vittima. Trattare con Israele è così difficile… è come avere una relazione con uno psicopatico narcisista. Ti fa incazzare e poi ti fa pensare che sia colpa tua”.

C’è ben poco da aggiungere. Tutto l’Occidente a compatire Israele, la vittima della shoah. Ma oggi Israele non è la vittima, è il carnefice. I sionisti non sono le vittime della shoah esattamente come io non sono una vittima del fascismo, pur avendo avuto un bisnonno antifascista e un morto partigiano in famiglia.

Non a caso reazioni veementi contro Benjamin Netanyahu, Yoav Gallant (quello che ha usato l'espressione "animali umani") e Itamar Ben-Gvir (quello che ha pisciato sui cadaveri. Ora i fact-checkers affermano che ha pisciato accanto ai cadaveri, ma ciò non basta a farmi mutare il mio giudizio su di lui: gli animali pisciano en plein air, non gli esseri umani) sono arrivate da noti esponenti della comunità ebraica (Moni Ovadia, Jeffrey D. Sachs).

Io non nego la shoah, non giustifico il terrorismo e mi guardo bene dall’essere un miserabile oscurantista che discrimina gli esseri umani su basi razziali o religiose, ma rivendico il mio sacrosanto diritto di scrivere che Benjamin Netanyahu è un criminale e quello che sta compiendo a Gaza è un crimine contro l’umanità.

di Alfredo Tocchi, 30 ottobre 2023

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