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Ucraina, Jet Nato scortano 3 navi di grano nel mar Nero, ISW: "Eurofighters italiani pronti ad intervenire in caso di attacco"

Un report del think tank americano ISW rivela che il 30 luglio 3 navi commerciali sono approdate in Ucraina scortate da jet Nato, tra cui italiani. Ignote le regole d'ingaggio in caso di contatto con i russi

02 Agosto 2023

Ucraina, Jet Nato scortano 3 navi di grano nel mar Nero, ISW: "Eurofighters italiani pronti ad intervenire in caso di attacco"

Fonte: Wikimediacommons

Sarebbero tre le navi civili che nella giornata di domenica 30 luglio hanno attraversato le acque del mar Nero sotto il controllo della flotta militare russa. Queste sarebbero quindi approdate nel porto ucraino della città di Ismail, affacciato sul delta del Danubio ed a pochi chilometri dal confine rumeno, per caricare le proprie stive di grano. Il tutto, secondo un’indiscrezione del think tank americano, con sede a Washington, Institute of Study of War (ISW), sotto lo sguardo vigile di diversi jet della Nato. Tra questi, anche diversi Eurofighters italiani, pronti ad intervenire in caso di attacco russo.

Think tank americano: “Navi per il trasporto del grano hanno raggiunto l’Ucraina protette da Jet Nato, anche italiani”

Il comunicato rilasciato dall’ISW recita: “I report riguardo tre navi civili che sarebbero riuscite a raggiungere l’Ucraina potrebbe suggerire che la Russia in questo momento non voglia o non sia in grado di interrompere la navigazione”. La notizia è detonata nelle ultime ore facendo saltare molti analisti sulla sedia per diversi motivi.

Innanzitutto, questa è la prima volta, dopo l’uscita della Federazione dagli accordi sul grano, che navi commerciali dichiaratamente dedite al trasporto di cereali sfidano la marina russa per raggiungere un porto ucraino. Il secondo corollario di grande sorpresa è scoprire quanto, e quanto silenziosamente, si sia alzata la disponibilità all’ingaggio diretto con le forze armate russe da parte dell’Alleanza Atlantica.

Il report del think tank americano, infatti, continua elencando le forze aeree messe in campo dalla Nato a difesa delle tre navi (la greca Sahin2, la turco-georgiana Kaptan Yilmaz e l’israeliana Amst 1): un P-8 Poseidon della US Navy, un Challenger dell’US Army, un drone RQ-4 dell’US Air Force. Oltre ai mezzi statunitensi, un numero non precisato di Eurofighters italiani ed F-16 rumeni erano in stato di preallerta in Romania, pronti all’immediato decollo in caso di necessità.

Le domande sull’operazione Nato di domenica e la posizione russa

La notizia, come detto, è stata diffusa solo nelle ultime ore e non è ancora chiaro quale sia l’attuale status delle tre navi (se si trovano ancora in porto o se hanno già preso il largo alla volta del Mediterraneo, ma la seconda sembra essere l’opzione più probabile). Un’altra domanda che aleggia, forse con un leggero timore, attorno alla vicenda, è quella di chi si chiede quale sarebbe stato il comportamento dei mezzi aerei occidentali se la marina russa avesse cercato di fermare, perquisire e sequestrare le tre navi o se, peggio ancora, avesse dato seguito alla linea annunciata in queste settimane, ovvero quella di considerare ogni nave commerciale come potenziale rifornitrice di materiale bellico a Kiev, con tutte le conseguenze che tale identificazione comporterebbe.

Le tre navi sono riuscite a raggiungere incolumi il piccolo porto ucraino, complice certamente la presenza militare euro-americana, innescando così un precedente molto rischioso per Mosca. Non è un caso, infatti, se la testata francese Le Monde ha rivelato in queste ore che un numero imprecisato di altre navi commerciali starebbero facendo rotta sul porto di Ismail, non è chiaro se con la scorta di velivoli Nato.

Una gatta da pelare per le forze armate russe, molto attente a non concedere pretesti che giustifichino un faccia a faccia diretto, e dalle conseguenze imprevedibili, con le forze armate amiche di Kiev. La soluzione, quindi, si sarebbe manifestata tra lunedì e martedì, con i pesanti bombardamenti sul porto (ed in particolare i magazzini pieni di grano) di Ismail. Non volendo, o non potendo, affondare o sequestrare le navi straniere, Mosca sembra decisa a renderne inutili i viaggi.

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