15 Luglio 2023
Fonte: Rawpixel
I primi stock di bombe a grappolo americane hanno raggiunto Kiev, a confermarlo funzionari di primo livello del Pentagono, a cui hanno poco dopo fatto eco fonti dell’intelligence ucraina. “In questo momento- ha detto mercoledì 11 luglio il generale Douglas Sims ai microfoni della CNN – bombe a grappolo sono già in Ucraina”. Non sono ancora stati forniti i numeri ufficiali sui materiali inviati, ma, stando a quanto affermato la settimana scorsa dal sottosegretario alla Difesa americano Colin Kahl, sarebbero “centinaia di migliaia” le cluster bombs destinate alle forze armate di Kiev.
Le bombe a grappolo, o cluster bombs, sono munizioni esplosive particolarmente controverse, vietate da più di 120 Paesi in tutto il mondo (Italia compresa), ma non da Stati Uniti, Ucraina o Russia. Il motivo del bando su questi ordigni è dato dal funzionamento dei dispositivi, composti da piccole cariche esplosive contenute nel corpo della bomba, che vengono dispersi in un raggio di diverse decine di metri al momento dello scoppio.
Una percentuale non indifferente di questi proiettili (tra l’1% al 14%) non esplode all’impatto, ma resta inattivo anche per decenni, rendendo il territorio bombardato un potenziale campo minato anche dopo il termine del conflitto, e mettendo in gravissimo pericolo la popolazione civile.
Numerose, dentro gli Stati Uniti e fuori, le critiche all’invio di armi il cui utilizzo viene da molti considerato alla stregua di un crimine di guerra, con numerose associazioni e governi (anche alleati) dichiaratisi apertamente contrari.
A queste critiche si sono aggiunte persino quelle dell’ex Presidente degli Stati Uniti Trump, che ha dichiarato: “Le munizioni a grappolo inesplose uccideranno e mutileranno uomini, donne e bambini ucraini per interi decenni, anche dopo la fine, per cui preghiamo, di questa guerra”.
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