Domenica, 07 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Germania, AfD vola nei sondaggi (21%) ed è secondo partito dopo CDU (24%): a Raguhn-Jessnitz eletto primo sindaco di estrema destra

Il partito tedesco di estrema destra AfD vola nei sondaggi, toccando vetta 21%, superato solo dal 25% del CDU. Il 3 luglio, poi, elegge il suo primo sindaco, mentre a Bruxelles si inizia a guardare con preoccupazione a questa ascesa

04 Luglio 2023

Germania, AfD vola nei sondaggi (21%) ed è secondo partito dopo CDU (24%): a Raguhn-Jessnitz eletto primo sindaco di estrema destra

Fonte: Headtopics

Sembrerebbe prendere sempre più forza la cotta tra Alternative für Deutschland (AfD), il partito di estrema destra con non troppo vaghi richiami alla tradizione nazional-socialista teutonica, e la popolazione tedesca. Questo, almeno, secondo le ultime rivelazioni di voto dei cittadini della Repubblica Federale. Quasi tutte danno AdF al secondo posto dopo il CDU, molte addirittura sopra all’SPD.

AfD vola nei sondaggi in Germania: ormai è secondo partito

È in particolare il sondaggio del 26 giugno di Deutschland Wahlt a destare la maggiore preoccupazione nelle aree più moderate del parlamento tedesco (in pratica tutte quelle che non sono AfD): il partito di estrema destra è dato al 21%, i socialdemocratici dell’SPD al 19%, i Verdi al 14,5%. Solo la CDU riesce a tenere testa, anche se di misura: 25,5%. Una crescita chiara, che, se fino a qualche settimana fa veniva notata soltanto dagli “addetti ai lavori” degli istituti demoscopici federali, inizia ora a proiettarsi in maniera sempre più ingombrante anche nella vita politica tedesca.

AfD elegge il suo primo sindaco

A fine giugno, per la prima volta nella sua storia, AfD riesce a far eleggere un suo governatore circondariale, Robert Sesselmann,a Sonnenberg, in Turingia. Immediatamente era scattato un coro di voci unanime, pronte a derubricare la vittoria al voto di protesta, alle dinamiche locali che, ovviamente, sono tutt’altra cosa rispetto alla politica nazionale. Tutte motivazioni forse valide, certo, eppure, lunedì 3 luglio, una nuova vittoria per gli estremisti di destra. Questa volta ad essere eletto è un sindaco, Hannes Loth, nuovo primo cittadino di Raguhn-Jessnitz, cittadina dello stato della Sassonia. Come per Sesselmann, l’elezione di Loth è un nuovo traguardo per AfD: finora nessun sindaco tedesco era mai stato eletto sotto le sue insegne.

Secondo numerosi osservatori l’ascesa del partito sarebbe diretta conseguenza di diversi fattori, non limitati alla Germania: il calo della partecipazione ai processi democratici e pubblici della popolazione, la delusione per partiti tradizionali apparentemente incapaci di adeguarsi alle crisi contemporanee, l’incertezza nei confronti dell’incontro-scontro con l’Altro, condizione, questa, esacerbata negli ultimi giorni in Francia con le rivolte delle banlieue. Una situazione, quindi, che preoccupa non solo la politica tradizionale a Berlino, ma anche il consorzio europeo, preoccupato non poco dall’ascesa di uno dei più radicali partiti di estrema destra del continente agli apici della politica della locomotiva (un po’ sgangherata, a dire il vero) dell’Unione.

Le reazioni in Italia ed in Europa all’ascesa di AfD

Riflesso dei “dolori berlinesi” si ritrova quindi a Bruxelles e, giravolte della storia, nella nostra maggioranza di governo a Roma, dove il tema di AdF (e del francese Rassemblement National della Le Pen) è riuscito ad approdare in questi giorni a Palazzo Chigi. Quella che sarebbe errato considerare una questione solo tedesca, infatti, si inserisce veementemente nelle discussioni attorno alla più grande rivoluzione della politica UE da molti anni a questa parte: il passaggio di PPE e Liberali ad un’alleanza con i Conservatori di Meloni.  Un passaggio che potrebbe garantire per la prima volta una guida di pieno centro destra all’Unione, ma che, al momento, esclude senza appello ID, il gruppo di cui fa parte AfD, Rassemblement National e, non da ultima, la Lega di Salvini.

Il veto posto sui due partiti estremisti franco-tedeschi da Tajani (vice presidente del PPE) ha fatto infuriare Salvini e tirare un sospiro di sollievo al resto dell’europarlamento, timoroso di vedere presto AdF guadagnarsi il riconoscimento, oltre che delle urne tedesche, anche della maggiore forza politica di Bruxelles.

Pericolo scampato, per adesso, ma non sono in pochi, oggi, a studiare gli umori della popolazione tedesca, consapevoli che alle prossime elezioni europee ciò che uscirà dalle urne potrebbe diventare motivo di grande frizione a Bruxelles. E rivelare un’immagine della Germania che sembrava assopita da tempo.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x