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Usa, sparatorie di massa e omicidi. Picco nel 2021 con 21009 morti (+30,25% rispetto al pre pandemia del 2019), 20200 nel 2022

Aumentano i morti causati da terzi negli Stati Uniti attraverso armi da fuoco, con uno sbalzo improvviso di circa il 30% accompagnatosi all'inizio del periodo pandemico. Dal 2007 in forte crescita anche i suicidi, +55,94% in 15 anni

06 Maggio 2023

Usa, sparatorie di massa e omicidi: 15509 morti nel 2019, durante il picco pandemico del 2021 sono 21009 (+30,25%)

Fonte: Getty Images

Negli Stati uniti i numeri delle morti violente causate da armi da fuoco sono molto aumentati negli ultimi anni. I dati del Gun Violence Archive - organizzazione non profit riconosciuta come una delle principali istituzioni sull’argomento negli states - elaborati dal Giornale d’Italia, evidenziano in particolare uno sbalzo improvviso di oltre il 28% nei fatti di sangue causati da terzi tra il 2019 ed il 2020, anno di inizio della crisi pandemica. Diverso il discorso, invece, per i suicidi tramite colpi di pistola o fucile, che mostrano numeri in costante e lineare crescita già a partire dal 2007.

Il Gun Violence Archive, tra le principali istituzioni americane per i dati sulle armi da fuoco

Il 2021 è stato in assoluto l’anno in cui gli Stati Uniti hanno contato il maggior numero di morti legate ad armi da fuoco nella propria storia, escludendo ovviamente i decessi in guerra, in patria o all’estero. Il più aggiornato database di informazioni riguardo al tema è quello del Gun Violence Archive (GVA), organizzazione non profit statunitense fondata nel 2013 e operativa dall’anno successivo. Nonostante la sua natura privata, la GVA è considerata un’istituzione nel dibattito sulle armi da fuoco al di là dell’Atlantico. Nel giugno del 2022, ad esempio, la Corte Suprema, massimo organo giuridico degli Stati Uniti, si è basata sui dati da lei raccolti per bocciare una legge sul trasporto delle armi da fuoco proposta dallo stato di New York. Oltre alla precisione dei dati, l’influenza della GVA sullo spinoso dibattito è in costante crescita per la velocita di analisi, con revisioni quotidiane sul numero di morti per armi da fuoco, là dove agenzie federali come il Federal Bureau of Investigation (FBI) o il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) tendono invece ad aggiornare i propri archivi a settimane di distanza dagli eventi citati.

Tra il 2019 ed il 2020 gli Stati Uniti registrano un’impennata del 28,64% nelle morti per armi da fuoco

Secondo quanto riportato dalla GVA, e incrociando i numeri con i risultati di FBI e CDC, l’analisi sviluppata dal Giornale d’Italia lascia senza parole. Nelle statistiche diffuse dai soggetti citati si tende a distinguere in macro categorie, morti per mano di terzi e suicidi.

Nel 2022, i morti a causa di armi da fuoco negli Stati Uniti sono stati, senza tenere conto dei suicidi, 20200. Una carneficina in leggero calo rispetto al picco dell’anno precedente, quando i morti per armi da fuoco sono stati 21009. Per il 2020 i dati parlano invece di 19558 americani morti a causa di un proiettile. Dal 2019 in poi, è un calo drastico: 15509; 14943, nel 2018; 15742, nel 2017; 15139, nel 2016. I dati raccolti evidenziano una tendenza chiara, una tendenza che vede un’improvvisa impennata del 28,64 % nel numero degli eventi violenti tra il 2019 ed il 2020.

Lo stesso andamento statistico è poi riscontrabile in una sottocategoria delle morti appena descritte, che per efferatezza ed incidenza è diventata negli ultimi anni quasi un elemento identitario per l’immagine degli states: le mass shooting, le sparatorie di massa. In realtà, con sparatoria di massa si intendono eventi diversi a seconda dell’istituzione che elabora i dati. Secondo l’FBI, ad esempio, si intende sparatoria di massa ogni conflitto a fuoco nel quale uno o più armati uccidono dalle quattro persone in su. Secondo GVA, invece, è sufficiente che quattro persone siano colpite, senza necessariamente morire, per poter parlare di mass shooting. Il legislatore non si è ancora espresso in materia, ed entrambe le interpretazioni vengono accettate. I numeri che seguono fanno riferimento alla nomenclatura GVA. Tra il 2016 ed il 2019, si contano circa tra le 300 e le 400 mass shooting all’anno. Nel 2020 sono 610, 690 nel picco del 2021 e 647 l’anno successivo. Nuovamente, un aumento esponenziale tra il 2019 ed il 2020.

I suicidi con armi da fuoco aumentano in maniera lineare dal 2007

Un discorso a parte meritano i suicidi. Nonostante i casi di persone che si tolgono la vita tramite l’utilizzo di armi da fuoco trovino poco spazio nei media nazionali, e praticamente nessuno all’estero, i numeri sono ancora più alti rispetto ai morti per mano di terzi. I suicidi per armi da fuoco negli Stati Uniti registrano una crescita lenta ma costante almeno a partire dal 2007, agli albori della grande crisi che l’anno successivo spezza la sicurezza economica della classe media. Da allora, i numeri sono in costante ascesa, in maniera molto più lineare rispetto ai morti per mano di terzi che vedono, come detto, un’improvvisa impennata solo nel 2020.

Nel 2006 negli Stati Uniti si tolgono la vita con un colpo di pistola o di fucile 16883 persone. Nel 2021, ultima rivelazione disponibile (quelle del 2022 sono ancora in fase di elaborazione), sono 26328. In questo caso nessuno sbalzo di particolare rilievo nel biennio 2019-2020, solo una continuazione di quella crescita lineare che da più di quindici anni copre di nero la cronaca locale degli states: 23941 suicidi nel 2019, 24292 l’anno successivo.

La pandemia di Covid 19 tra le cause del drastico aumento del 2020

Analizzando i dati riportati sembrerebbe evidente che l’aumento di morti date da terzi e di suicidi, tramite l’utilizzo di armi da fuoco, non siano tra loro collegate nelle motivazioni, ma solo negli strumenti utilizzati. Per i secondi, la verità profonda che parrebbe intravedersi tra la freddezza delle cifre è quella di un Paese con all’attivo diverse crisi strutturali, che toccano indistintamente e con goffa crudezza i campi dell’incertezza economica e di una narrazione di sé incapace di soddisfare o convincere un numero sempre più alto di persone. Per quanto riguarda le morti provocate da terzi, invece, le argomentazioni cambiano.

https://www.ilgiornaleditalia.it/news/esteri/484124/usa-sparatorie-massa-omicidi-suicidi.html

Il salto esponenziale tra il 2019 ed il 2020 è troppo improvviso per non essere stato determinato da eventi incidenti altrettanto improvvisi. Secondo diversi osservatori, l’avvio della stagione dei lockdown, che dall’aprile 2020 hanno riguardato tutti e 50 gli stati americani, e la conseguente spirale di tensione, emotiva e sociale, che ne è scaturita, avrebbe comportato in buona misura il draconiano aumento nei numeri dei decessi causati da armi da fuoco. Non è un caso se la stessa vendita di armi - che negli states storicamente segue gli andamenti della percezione pubblica nei confronti dei momenti di crisi - parla di una media, tra il 2012 ed il 2019, di circa 14 milioni di fucili o pistole comprati ogni anno da privati, mentre volano oltre i 21 milioni gli acquisti nel 2020, secondo quanto riportato da un report dell’FBI. La pandemia di Covid 19 ha comportato profonde piaghe sociali negli Stati Uniti, Paese con un debole sistema di welfare e la cui chiusura di attività commerciali ha impattato in maniera mediamente più elevata sulle vite dei cittadini rispetto a quanto successo in Europa. A ciò si va ad aggiungere una maggiore “spensieratezza” da parte americana nella possessione e nell’utilizzo di armi da fuoco, aggravata dall’assenza di quei palliativi sociali e di distrazione negati dai lockdown. Il così alto aumento di eventi violenti, quindi, sembrerebbe trovare in ciò la propria spiegazione. Determinando in soli quattro anni, dal 2019 al 2022, un aumento del 30,25% di vite perse e che si sarebbero potute risparmiare.

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