10 Gennaio 2023
fonte: pagina Facebook I ❤️ TERMINI IMERESE
Per gli esperti dell'ONU il buco dell'ozono si sta chiudendo: entro il 2040 tornerà normale, entro il 2045 si ricreerà sull'Artico e entro il 2066 sull'Antartide.
Quello che è stato chiamato buco dell'ozono è l'assottigliamento dello strato di ozono della stratosfera superiore. Questa scorza gassosa protegge la terra perché assorbe la maggior parte della radiazione ultravioletta prodotta dal sole. Una sua riduzione avrebbe effetti negativi per noi e per il pianeta. Per quanto ci riguarda, la fascia di ozono intrappola i raggi UV-C, cioè gli ultravioletti più pericolosi per la salute perché hanno effetti cancerogeni.
Nel maggio 1985 tre scienziati del British Antarctic Survey hanno lanciato l'allarme. Si è poi indagato sul perché e si è scoperto che l'assottigliamento ha origine antropocentrica: noi produciamo delle sostanze che, piano piano, se lo stanno mangiando. Nel 1987, quindi, si è istituito il Protocollo di Montreal, ossia lo strumento operativo dell'UNEP (Programma Ambientale delle Nazioni Unite) con il quale si regolano le emissioni di materiali nocivi per la sfera dell'ozono.
Dalla realizzazione del Protocollo di Montreal ogni quattro anni si pubblica un aggiornamento. Quest'anno, al decimo, ci sono buone notizie: il protocollo sta funzionando. Gli esperti hanno confermato la graduale eliminazione di quasi il 99% delle sostanze responsabili dell'assottigliarsi dello strato di ozono.
Meg Seki, segretario esecutivo del Segretariato per l'ozono del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente, ha annunciato: "L'impatto del Protocollo di Montreal sulla mitigazione dei cambiamenti climatici non può essere sottolineato oltre". Anche David Fahey, uno scienziato della National Oceanic and Atmospheric Administration responsabili della nuova valutazione è entusiasta: "Montreal è il trattato ambientale di maggior successo nella storia e offre incoraggiamento affinché i Paesi del mondo possano riunirsi e decidere un risultato e agire di conseguenza".
L'ONU annuncia che, se le politiche attuali rimarranno in vigore, lo strato dovrebbe recuperare i valori del 1980 entro il 2040 e ultimare la chiusura nell'Artico entro il 2045 e nell'Antartico entro il 2066 circa.
Petteri Taalas, il Segretario generale dell'Organizzazione meteorologica mondiale, rilancia al futuro perché ci sono ancora molti compiti da portare a termine. Dichiara: "L'azione sull'ozono costituisce un precedente per l'azione sul clima. Il nostro successo nell'eliminare gradualmente le sostanze chimiche che danneggiano l'ozono ci mostra cosa si può, e si deve fare - con urgenza - per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e quindi limitare l'aumento della temperatura".
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