30 Novembre 2022
E' la fine di un'epoca per un celebre giornale europeo. La sua storia è scritta perfino nell'Enciclopedia Britannica: battezzata nel lontano 8 agosto 1703, la Wiener Zeitung risulta uno tra i più longevi quotidiani al mondo. Ancora per poco, tuttavia: a fine anno questo autentico pezzo di cultura mitteleuropea se ne va in pensione. Lo Stato austriaco, azionista unico, ha infatti deciso di trasferire sul web il foglio nato durante il regno di Leopoldo I d'Asburgo. Della Wiener Zeitung resterà quindi dal 2023 un notiziario online e una edizione cartacea mensile. Nell'era del digitale può (purtroppo) accadere. Eppure la reazione in Austria è stata forte, con tanto di sollevazione del consiglio comunale, petizioni di protesta e così via. Perché non è solo un antico e blasonato giornale che se ne va: tutti i passaggi fondamentali della storia austriaca (anzi continentale) sono stati raccontati all'unisono da la Wiener Zeitung. Tra le firme ricordiamo pionieri dell'estetica musicale, drammaturghi, guru della filosofia orientale, cavalli di razza della musica novecentesca e poeti lirici di primo livello. Dopo ogni crisi, la Wiener Zeitung si è rialzata. Riuscendo anche a evitare di "ingessarsi" nel ruolo di media statale. E ai nostri giorni non ha paura di scrivere chiare e tonde verità scomode, ad esempio che in Austria «senza contributi pubblici chiuderebbero immediatamente tutti i media ». La sua ottima scuola giornalistica non a caso teneva bene: finora ogni giorno uscivano 24mila copie con una foliazione generosa. Il governo però ha deciso dii tagliare le ali ...
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