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Price cap, negoziati in stallo: Ue chiede tetto di 65 dollari al barile, come il prezzo del mercato russo

Continuano le negoziazioni per il price cap al petrolio: Varsavia guida il partito degli scontenti chiedendo di abbassare ulteriormente il tetto dei prezzi

28 Novembre 2022

L'Ue tratta per trovare accordo sul price cap del petrolio

Crisi energetica, l'Ue negozia per trovare l'intesa sul price cap al petrolio russo

L'accelerata tanto richiesta dell'Ue per quanto riguarda il price cap sul petrolio è in atto:"Bruxelles sta correndo per finalizzare". Questa la piacevole notizia data dal Financial Times nella propria edizione europea, nella quale riporta le fitte trattative in corso in questi giorni in seno all'Unione Europea, una velocizzazione necessaria quella in atto in questi giorni vista la time line fissata al 5 dicembre, giorno in cui inizierà l'embargo Ue nei confronti della Russia.

Negoziazioni price cap: Varsavia chiede il tetto più basso

L'argomento tiene banco da mesi, ma l'Unione Europea così come il G7 non sono ancora riusciti a trovare un accordo che soddisfi tutte le parti in causa. I negoziati, iniziati martedì non hanno ancora trovato risoluzione in quanto, il prezzo finale posto sui 65-70 dollari al barile, non ha soddisfatto molti dei Paesi membri perché ritenuto troppo alto. 

A guidare i Paesi scontenti la Polonia, e chiede "Un tetto dei prezzi molto più basso di quanto sostenuto della Commissione europea", e propone "Un limite di 65 dollari al barile". Secondo quanto espresso da Varsavia la misura proposta non potrebbe avere l'effetto sperato in quanto il greggio Brent, viene scambiato in questo momento a 84 dollari al barile, mentre quello russo a circa 66 dollari al barile. L'idea polacca sarebbe invece quella di includere il tetto massimo all'interno del nono pacchetto di sanzioni in dirittura d'arrivo. 

Per domenica prossima invece è in programma il vertice tra la Russia e i membri dell'Opec+ sul tema delle politiche di produzione. Ennesimo evento fondamentale dunque sull'argomento in quella che è di fatto una settimana critica per il mercato petrolifero. Il diplomatico Ue intanto manda un segnale forte: "Necessario inviare chiari segnali di unità di Vladimir Putin". 

Oltre l'Europa, dove guarda la Russia

Non è scontato che il piano di Ue e G7 riesca a sortire gli effetti sperati. Se precedentemente era l'Europa ad essere il maggiore acquirente di Mosca, rappresentando una buona metà delle sue esportazioni di combustibili fossili, dall'inizio della guerra la Russia ha spostato il suo sguardo ad est, verso Cina e India: i due paesi più popolosi del pianeta e, soprattutto sottoposti ad un massiccio processo di industrializzazione.

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