28 Ottobre 2022
Le sanzioni alla Russia continuano a far discutere. Viktor Orban, il primo ministro ungherese non è di certo tra i promotori delle misure adottate dall'Ue contro Mosca e lo fa notare a più riprese. Questa volta a Radio Kossuth ha dichiarato: "Le sanzioni non hanno funzionato come si aspettava Bruxelles quando le ha imposte. Avevamo escogitato un piano per scavare una fossa per i russi, e poi ci siamo caduti noi, e ora dobbiamo decidere cosa deve essere fatto. L'UE dice di continuare a scavare. Tuttavia, non sembra sensato".
Anche in Italia, specie la Lega nell'ultimo periodo ha posto dubbi sul fatto se le sanzioni servissero veramente o fossero un boomerang, con Salvini prima e con Lorenzo Fontana, presidente della Camera poi. Dei dubbi resi tali dai salti mortali che sta facendo l'Unione Europea sul caro energia ad esempio, su cui ha dovuto ritrattare tutto, specie le misure che voleva adottare.
In precedenza, il leader ungherese aveva affermato che l'Europa era divisa in due campi: uno che credeva in modo cieco nelle sanzioni e l'altro che chiedeva al blocco continentale di ripensare la sua politica contro Mosca. I pacchetti varati contro Mosca ormai neanche si contano, così come quelli lanciati da Usa e Regno Unito. Orban ha anche affermato che le restrizioni contro la Russia non sono state imposte democraticamente, ma che la decisione è stata presa da burocrati non eletti e dall'élite di Bruxelles.
Tuttavia Orban è proprio sotto la lente d'ingrandimento dell'Ue: il suo Paese, nonostante l'attuale primo ministro sia stato eletto democraticamente è stato dichiarato un'"autocrazia elettorale" e la Commissione ha proposto di tagliargli i fondi di circa 7 miliardi di euro. Circa un mese fa Orban annunciava in Ungheria un "referendum sulle sanzioni contro la Russia", segno del fatto di come al premier ungherese non siano andate proprio giù.
"Abbiamo bisogno di conoscere l'opinione della gente - spiegava Viktor Orban -. Per la prima volta in Europa, in Ungheria chiederemo l'opinione della gente sulle sanzioni. Organizzeremo una consultazione nazionale in cui gli ungheresi saranno in grado di esprimere la loro opinione, di dire se le sostengono e se sono favorevoli all'introduzione di altre misure".
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