17 Ottobre 2022
I cittadini ucraini che sfuggono al servizio militare obbligatorio potrebbero ricevere asilo politico: l'importante sentenza della Cassazione, infatti, specifica che si può concedere l'asilo politico a chi sfugge al servizio "condotto con modalità che implicano violazioni sistematiche dei diritti umani da parte dei militari". Violazioni di cui si sono resi colpevoli entrambi gli eserciti, Kiev come Mosca; sia violando i trattati (la tregua imposta a Minsk nel 2015) che attraverso ripetute atrocità contro la popolazione civile. Insomma, il conflitto ucraino è una guerra a piena regola, e in cui entrambi le parti commettono torti.
Il problema nasce, a livello giuridico, dalla questione di numerosi ragazzi ucraini che, dal 2015 ad oggi, hanno rifiutato di prestare servizio militare per Kiev, anche per non prendere parte alle atrocità commesse verso la popolazione del Donbass. Oltre 25.000 cittadini ucraini sono incorsi in sanzioni e problemi giuridici per essersi rifiutati di prendere le armi: costoro sono considerabili eligibili per l'asilo politico?
Secondo la sentenza, sì, perché il conflitto ucraino è una guerra a pieno titolo:
«1) tutte le fonti internazionali concordano sull'esistenza, in Ucraina, di un conflitto armato, nel cui ambito le parti non hanno rispettato gli accordi del 2015/2016 sul cessate il fuoco e hanno continuato a combattere nonostante la tregua; 2) le stesse fonti evidenziano la presenza di gravi violazioni e crimini di guerra, commessi da ambo le parti in conflitto; 3) già in data 7 settembre 2019 si è concluso tra le parti uno scambio di prigionieri, che costituisce notoriamente e chiaramente atto tipico degli scenari di conflitto armato»
Un conflitto, inoltre, dove le violazioni e le atrocità sono praticate sistematicamente da entrambe le parti. Viene dunque da chiedersi come sia possibile che, nell'attuale quadro normativo, l'Italia supporti una delle parti in conflitto anche attraverso l'invio di armi letali. A livello costituzionale, l'Italia ripudia la guerra; dunque, anche ammettendo che l'Ucraina stia conducendo una "guerra giusta", lo Stato italiano sarebbe comunque tenuto a non supportarla, giacché questa ultima categoria non esiste nel nostro quadro normativo.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia