11 Ottobre 2022
Sono in tante le aziende che hanno lasciato la Russia, per motivi politici o per il peso insostenibile delle sanzioni. E Nissan non è da meno: la casa automobilistica giapponese ha annunciato di aver accettato di vendere la sua unità commerciale russa all’istituto automobilistico statale NAMI per una somma simbolica di 1 euro. La stessa società stima che il disimpegno dalla Russia avrà un costo di 686 milioni di dollari.
Nissan venderà i suoi asset russi allo Stato russo. Anche Mitsubishi, partner di Nissan dovrebbe fare lo stesso. Nell'ultimo periodo avevano abbandonato il Paese anche Renault, uscita completamente dalla Russia a maggio ed il mese scorso Toyota aveva annunciato la cessazione della produzione di veicoli nello stabilimento di San Pietroburgo. Quest'ultima però continuerà a fornire assistenza e riparazioni per i veicoli già venduti ai clienti in Russia.
Un esodo che è stato seguito anche da altre attività, al di fuori delle quattroruote. Come Pepsi, Ikea, Sony, Coca-Cola, Starbucks e McDonald's. Le ultime due tra l'altro hanno anche cambiato nome e logo per evadere le sanzioni. Tuttavia, la fuga dalla Russia si è tradotta in una importazione di vetture verso la Cina, altro partner strategico del Cremlino. In un comunicato stampa Nissan ci ha tenuto ad informare riguardo la vicenda: "La vendita include la totalità di Nissan Manufacturing Russia, compresi gli impianti di produzione e di ricerca e sviluppo a San Pietroburgo e l’unità di vendita e marketing a Mosca, che ora opererà con un nuovo nome".
"Nissan prevede di registrare una perdita una tantum di 100 miliardi di yen (687 milioni di dollari) a causa dell’uscita". "L’accordo dovrebbe essere completato nelle prossime settimane e include una clausola che consentirebbe a Nissan di riacquistare l’unità russa entro i prossimi sei anni". In una nota inviata agli azionisti, la casa automobilistica ha dichiarato di aver "monitorato attentamente la situazione", ma di non vedere "la visibilità di un cambiamento dell’ambiente esterno" in Russia, che ha costretto ad annunciarne la sua uscita.
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